TI PIACE VINCERE FACILE?

INTER-CAGLIARI 4-0

La risposta alla domanda, per quel che riguarda, è: sì, ma anche no.

Fare 4 gol fa sempre piacere. Farli tutti insieme, dopo averne sbagliati almeno altrettanti, contro un avversario che ha fatto zero tiri in porta, e che solo per quello non ha nemmeno rischiato di uccellarci mentre sprecavamo tutto lo sprecabile… beh quello non dà una gran soddisfazione.

Sono probabilmente incontentabile, o forse solo realista. Gli stessi gol, meglio distribuiti, ci farebbero dormire sonni tranquilli in ottica Champions. E invece, maramaldeggiamo contro un Cagliari imbarazzante facendo capoccella al terzo posto per ventiquattr’ore di numero, stanti i successi di Roma e Lazio.

Concentrandomi sul match in questione, i nostri tornano con uno schieramento logico con i 4 dietro e Brozo in mezzo. Davanti Karamoh sostituisce Candreva, creando abbondantissimo fumo, ma un arrosto ciapatino e striminzito.

In altri termini: meno tacco, più goals, please.

Il ragazzo è comunque difficile da marcare e porta scompiglio quando punta l’avversario. C’è materiale su cui lavorare.

Icardi e Perisic sono in una delle loro migliori serate stagionali, e se il croato beneficia di una libertà inusitata specie nel primo tempo, il Capitano ricaccia in bocca a sapientini da scrivania e saccenti da telecamera tutto il rompimento di coglioni del “non gioca per la squadra, si vabbè segna ma se non segna? E’ come non averlo…”. Svaria a destra e sinistra, mette il succitato Karamoh davanti alla porta, e quando arriva la palla buona la mette dentro da centravanti ignorante quale è e non deve vergognarsi di essere.

 

25 bombolons in Campionato, and counting. You may kiss my ass.

La sola nota dolente è l’infortunio di Gagliardini, che probabilmente chiude in anticipo la sua stagione: difficile prevedere un rientro in meno di un mese, e siamo ormai al 20 aprile…

Peccato perché, pur non essendo nella hit parade dei miei preferiti, è un giocatore di sostanza, poco appariscente, che paradossalmente noti di più quando non c’è. Se a ciò sommiamo un sempreverde della tradizione interista, ossia l’infortunio misterioso, la situazione è tutt’altro che rosea.

La naturale alternativa a Gagliardini è infatti Vecino, alle prese con la pubalgìa (che come ogni tifoso con velleità da medico sportivo sa “è una brutta bestia”), e in quanto tale ai margini della squadra da ormai un paio di mesi. Ogni settimana però si favoleggia di un suo rientro in squadra per il fine settimana, che puntualmente viene posticipato ad altra data.

E anche oggi ritorno in campo domani.

Le buone notizie arrivano da un centrocampo che tra Brozo, Rafinha e -quando c’è- Borja ha senz’altro i piedi migliori che a queste latitudini si siano visti negli ultimi anni. La tenuta atletica e la capacità di filtro invece dipendono dagli altri due energumeni (Gaglia e Vecino) e lì per l’appunto siamo scoperti.

In linea teorica basterebbe “fare la partita” per non avere bisogno di grandi cagnacci là in mezzo, ma se il discorso può forse reggere col Chievo di turno, difficilmente può applicarsi ai Gobbi, nostri (s)graditi ospiti il prossimo 28 aprile.

Ad ogni modo, i margini di manovra restano strettissimi. Restano imprescindibili tre vittorie contro Chievo, Udinese e Sassuolo (e già parliamo di squadre che in passato ci hanno fatto smadonnare non poco), sarebbe poi assai gradito almeno un punto contro la Juve, e non è nemmeno detto che i 10 punti così racimolati ci consentano di andare in casa Lazio all’ultima giornata con la qualificazione in tasca.

Essendo interista, e forse per quello pessimista di natura quando si parla di calcio, non riesco a vedere nello scontro dell’Olimpico alcun risvolto positivo.

E’ vero che, arrivandoci ad esempio uno o due punti sotto, basterebbe battere la Lazio (hai detto niente…) per scavalcarla ed arrivare quarti, ma ho smesso da tempo di credere a Babbo Natale e non sarei capace di godermi il momento nemmeno se accadesse: penserei a una candid camera o a robe del genere.

Assai più concreto il rischio di arrivarci con un paio di punti di vantaggio e di mandar tutto in vacca toppando la partita più importante della stagione.

E’ già successo.

In quello stadio.

Contro quella squadra.

LE ALTRE

Gradevolissimo il pari di Simy in rovesciata che porta un meritato pareggio a Crotone e rallenta la Juve, nuovamente a +4 dal Napoli dopo 90′ assai movimentati.

Il prossimo turno le vedrà una contro l’altra, e spero che le cose non vadano come credo. Non dico altro.

La cosa ci vede spettatori interessati, perché al turno successivo la Juve viene da noi.

Ora: una Juve a +7, a +4 o a +1 dal Napoli per noi farebbe una qualche differenza?

Boh

Magari a +7 sarebbe un po’ più tranquilla e potremmo aver vita un po’ meno difficile. Ma quelli non hanno il senso dell’umorismo, non sono come noi che ci ammazziamo di pippe mentali. Quelli la partita la sbagliano poche volte.

C’è anche un’altra considerazione da fare. Alla penultima di campionato la Juve sarà in casa della Roma.

Probabile che, ora di allora, lo scudetto sia già nelle sue mani. In questo scenario sì che la Roma potrebbe avere vita facile. Ecco una ragione di più per tifare Napoli (“tié” cit.): a quel punto Roma-Juve sarebbe tutt’altro che una passeggiata.

Lo so, siamo in pienissimi mind games, ma non ci resta molto altro da fare.

Come dite? Inizia a vincere le tue di partite, e poi guarda cos’han fatto gli altri?

Giustissimo. Il fatto è che i jolly ce li siamo giocati tutti (l’ultimo con il pari di Bergamo in concomitanza allo 0-0 del Derby di Roma), e quindi fare il nostro dovere è tornata ad essere condizione necessaria ma non sufficiente.

Sigh…

Non posso chiudere senza aver nuovamente ricordato la endemica dose di culo che affligge il Milan, che trova il gol con Bonaventura dopo un flipper tragicomico in area e -soprattutto- dopo che lo sciagurato Belotti-tifoso-rossonero-fin-da-bambino ha sbagliato un (altro!) rigore contro la sua squadra del cuore.

Il tutto, ovviamente, con Donnarumma bravo “a ipnotizzare il Gallo sul rigore” e a fare la paratona nel finale. Silenzio assordante o quasi sulla timidissima uscita sul gol del pari di De Silvestri.

Ah già, ma era su calcio d’angolo e i gol su palla inattiva valgono meno.

Quantomeno, dovrebbe essersi placato il tifo indiavolato alla rincorsa dei Meravigliuosi a un posto Champions: ma la lingua dei servi conosce pertugi inesplorati ai più, quindi ecco cosa partorisce la rosea… Tanto sempre di Europa si tratta no?

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E’ COMPLOTTO

Tardi per tardi, potevo aspettare un altro paio d’ore a pubblicare l’ultimo pezzo, e avrei potuto aggiungere il vero vincitore della tragicomica prestazione post-Real della Juve.

Benatia riesce a fare assai peggio del maldestro intervento al 93’ che ha innescato tutto ‘sto troiaio rispondendo da par suo a Crozza che, facendo il suo mestiere di comico, lo perculava.

La cosa grave è che la Gazza equipari le due uscite come ugualmente censurabili e sopra le righe.

Ricordiamo che la prima in ordine cronologico è opera di uno che di mestiere deve far ridere la gente, anche e soprattutto dando contro al personaggio di turno, mentre la seconda è una reazione scomposta e inelegante (per non dir di peggio).

Per tornare a latitudini più vicine ai nostri cuori, un paio di cose da sottolineare.

Il tiro di Candreva deviato da Andreolli agli occhi di chi scrive era parso rigore già vedendolo in diretta, ed il replay aveva semplicemente confermato la sensazione iniziale.

L’arbitro per quello accetta il suggerimento del VAR e va a rivedere l’intervento, non ravvisando gli estremi per il rigore che, ripeto, era tanto ininfluente quanto sacrosanto.

Anzi, era sacrosanto e basta: vero che eravamo sul 3-0, e altrettanto vero che pochi minuti dopo Perisic ha comunque fatto il quarto gol, ma quel rigore, unitamente al fischio finale che arriva senza nemmeno un minuto di recupero, mi fa girar le balle.

Qui si arriverà verosimilmente all’ultimo minuto dell’ultima giornata ad assegnare i posti per la Champions, ed ogni dettaglio in linea teorica può fare la differenza.

Quindi, caro arbitro “insensibile”: se c’è un rigore fai il favore di darmelo anche se sto già vincendo. Se devi dare 3 o 4 minuti di recupero, li dai e non fai cascare la penna come il peggiore degli impiegati delle poste.

Basta, il bambino capriccioso ha finito.

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E’ tornato Epic?

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