INTER-NAPOLI 2-1
Strama non sarà (e non è) Mourinho, ma il ragazzo ci sa fare. Il modo in cui ha preparato la partita col Napoli trasuda conoscenza calcistica da ognuna delle zolle semi sintetiche di San Siro: chiamatela consapevolezza dei propri limiti, chiamatela far-di-necessità-virtù, ma il Mister gioca una partita per molti versi opposta a quella vittoriosa contro la Juve, portando comunque a casa il bottino pieno.
E questo, cioè mantenere invariato il risultato al variare dei fattori messi in campo, per me continua ad essere una ricchezza inestimabile. In culo agli integralisti del 5-5-5 e applausi al Mister.
Il Cuchu, messo in difesa e impostato come libero d’altri tempi, controlla e gestisce al meglio la manovra, potendo far valere il fosforo invece della gamba. Piu’ avanti, e di contro, Guarin al posto di Palacio garantisce meno capoccia ma piu’ “animalanza”: il colombiano, se si tratta non di pensare ma di fare gara a chi spara piu’ forte, e’ tra i migliori cavalli in circolazione. Ottimo il gol su schema globale che sblocca il match dopo pochi minuti, che permette all’Inter -brava e fortunata- di poter fare la partita che voleva (della serie: vieni avanti tu che mi vien da ridere) e di poter gestire tempi e ripartenze secondo l’estro dei due puntelli Milito e Cassano.
Ancor piu’ incredibile il piedino fatato del Guaro quando piazza sapiente l’assist per il raddoppio del Principe, che chiude il primo tempo con un doppio vantaggio francamente insperato, se si considerano un paio di spaventi in area nerazzurra, ma addirittura striminzito, se penso all’entrata su Cassano in area che mi fa sobbalzare e cristare contro il “solito” Rizzoli; il degno compare di Rocchi chiudera’ la prestazione con un gol napoletano in evidente fuorigioco e un mancato secondo giallo a Behrami, ovviamente catechizzato con una ramanzina tanto inutile quanto codarda a meta’ ripresa, dopo entrataccia cattiva su Guarin. La ripresa vede il Napoli in avanti per forza, con un’Inter a difendersi non sempre con ordine: un po’ di confusione dei nostri, un (bel) po’ di imprecisione di Cavani & co., qualche buona parata di Handanovic hanno fatto si’ che i nostri mettessero in cascina il terzo big match della stagione, dopo Derby e Juve, per non parlare della Fiorentina.
Cosa ci dice questa sbrodola: che i nostri vanno bene quando sono caricati a mille e quando possono suonare la musica che vogliono, soprattutto se lo spartito e’ difesa e contropiede. Un classico, un vecchio blues, 12 battute solo all’apparenza sempre uguali, che solo i veri appassionati sanno apprezzare, cosi “sanamente” lontano da quella banale ricerca di originalita’ (il tanto decantato “bel giuoco”) che dovrebbe essere garanzia di qualita’ e di risultati.
Musicalmente ho sempre fieramente disprezzato l’idea per cui una canzone, per essere “buona”, dovesse essere in 7/8, avere un assolo di flicorno francese e un testo scritto da un esperto di semiotica sanscrita. A tali stronzate, ho sempre risposto che, se l’obiettivo e’ fare musica “non commerciale”, tanto valeva fare un disco di soli rutti; giudizio critico: tafanata galattica, pero’ mooolto alternativo!
LE ALTRE
Per fortuna abbiam vinto, perche’ davanti e dietro non ci aspettano. La Juve vince la classica partita che vale doppio, conquistando Palermo giocando tutt’altro che bene, mentre i cugini regalano il vantaggio iniziale al Toro, per poi “matarlo” definitivamente. Gragnuola di gol tra Roma e Fiorentina, con occasioni e gol propiziate piu’ che altro da svarioni difensivi da censura.
E’ COMPLOTTO
Tutti hanno salutato Antonio Conte come se fosse tornato da un lungo viaggio, per non dire da una brutta malattia, e non da una squalifica di quattro mesi. Non speravo ne’ chiedevo un cazziatone mediatico al tecnico “agghiaggiande“, anche se mi sarebbe piaciuto che qualcuno un po’ meno prono degli altri gli chiedesse “senta, siccome si e’ sempre dichiarato innocente e vittima, ci dice un po’ com’e’ andata?”. Invece no, tutto all’insegna del “quanto tempo! Ma come sta? Che bello rivederla!” con tanto di telecamera dedicata e mutismo assoluto sulla mancanza di dichiarazioni pre partita (ricordiamo invece il grave danno inflitto in primis ai propri tifosi dall’Inter che proclamava il silenzio stampa dopo le ennesime sviste arbitrali). D’altra parte, non sono mancate le solerti prostitute intellettuali a ricordarci che per l’Inter c’e’ poco da sorridere, risultato a parte: poco giuoco, pochi tiri in porta, portiere tra i migliori in campo… oltre a un Napoli-di-grande-personalita’ (recitata a mo’ di mantra da Caressa in telecronaca). Per fortuna non tutto e’ cosi’ buio, e allora giu’ il cappello ancora una volta a Zorro Boban e al suo commento alla partita e a Milito: a Stramaccioni fa complimenti sentiti, dicendogli in sostanza che sta ottenendo il massimo e forse di piu’ dalla rosa in dotazione, pur praticando un gioco che a lui personalmente piace poco e insegnando a tanti giornalisti teoricamente piu titolati come si fa un commento tecnico ad una partita. Ottimo anche quando si rammarica con Milito per averlo visto troppo tardi a certi livelli e quando constata che l’eta’ comincia a farsi sentire, con effetti poco piacevoli sulla velocita’ e sulla continuita’ nell arco dei 90 minuti. Ripeto quello che ho detto piu’ volte: notando con ribrezzo una stampa prona a questa o quella squadra, l’ultima cosa che voglio e’ ricevere analogo trattamento nei confronti dei miei ragazzi: two wrongs don’t make a right, ho imparato a dire. Quel che mi aspetto e’ pero’ onesta’ intellettuale e liberta’ di pensiero; quel che pretendo e’ che -ultimo esempio- se un difensore entra a scivolone e prende sia palla che piede avversario, o sia sempre rigore o non lo sia mai. Sappiamo invece come funziona nel salivato mondo dei media sportivi italiani… But that’s nothing new to me.
WEST HAM
Confesso di essere colpevole della sconfitta casalinga contro il Liverpool per 3-2. Assisto ai primi minuti della partita che vedono i Reds rapidamente in vantaggio, per poi estraniarmi una buona ora, sufficiente agli Hammers a ribaltare il risultato. Mi riaffaccio quindi alla partita per il quarto d’ora finale, che vede il West Ham soccombere e inassare 2 gol in pochi minuti.
Mario, quando vedi che butta cosi, fatti i cazzi tuoi!