SAMPDORIA-INTER 0-4
La prima reazione di ogni tifoso nerazzurro che si rispetti a una partita del genere, è: “bravi coglioni, non era meglio vincere le ultime 4 per 1-0 invece che una per 4-0?”. Ma tutto ciò fa parte dell’atavica insoddisfazione del tifoso neroblù per i suoi giocatori, che ama e detesta quasi in egual misura.
Detto ciò, i nostri espugnano Marassi, in una partita assai meno facile di quanto il risultato -e l’avversario in 10 per più di un’ora- lasci immaginare. Il migliore dei nostri, quantomeno nel primo tempo, è il portiere. Handanovic fa quattro parate allucinanti, delle quali paradossalmente il rigore neutralizzato a Maxi Lopez è la meno complicata.
La ripresa vede i nostri più concentrati e i risultati, complice l’uomo in più, non tardano ad arrivare. Il già citato raddoppio di Samuel è subito dopo accompagnato dalla doppietta personale di Icardi, ancora su invito di Palacio, prima che le due punte argentine si scambino i ruoli con il Trenza a inventarsi il poker con un bel destro a giro sul secondo palo.
Ribadite le sacrosante madonne iniziali sull’utilità di una vittoria di così larghe proporzioni dopo gli ultimi pareggi in serie, non resta che affidarsi alla sorte che ci vede raccogliere risultati migliori contro squadre forti piuttosto che con formazioni che sulla carta partono già spacciate. Sabato saremo a Parma, campaccio per definizione, dove i nostri in 20 e passa anni hanno vinto solo 3 volte. Staremo a vedere…
TEMPESTA DI CERVELLI
Concordando con quanti dicono che la cosa migliore sarebbe ignorare certi saggi di demenza, mi comporto come tutti i medesimi soloni che, fatta la dotta premessa, ci ammorbano poi per ore riprendendo l’ultimo tweet facendone una accurata analisi semiotica.
Di Icardi, Wanda e Maxi Lopez non solo è inutile parlare; è proprio dannoso per le nostre intelligenze.
Che nessuno dei tre personaggi brilli per quantità e qualità di materia grigia che ha tra le orecchie è palese, nè mi sogno di difendere il “mio” giocatore solo perchè ha la maglia “giusta”.
Detto ciò, l’ammonizione data a Icardi dopo il primo gol è a quanto ricordo una novità assoluta, e ha davvero dell’incredibile, stante la miriade di esultanze analoghe viste in passato, tra orecchie tese e dita davanti alla bocca a zittire i tifosi. La censurabilità di certi gesti in passato era stata ignorata, quando non addirittura giustificata, visti gli insulti dei tifosi avversari. Le due foto dovrebbero valere più di un sacco di parole:
Icardi, come detto, è quel che è, cioè un buon centravanti, che può diventare ottimo. Nè del resto occorre essere un fine pensatore dei tempi nostri per buttarla in gol ogni domenica (Bobone Vieri docet). Detto questo, se le giustificazioni -patetiche o legittime, fate voi- dei tifosi-che-fischiano-e-insultano-appena-tocchi-palla sono valide, allora valgono anche per lui, e in questo caso l’ammonizione è un errore. In caso contrario, il “giallo” dovrebbe diventare prassi comune in tutti i casi anagoli (come no, siam qui a aspettare!).
Chè poi, se vogliamo fare le educande e buttarla sull’esempio per i gggiovani, Maxi Lopez che rifiuta la stretta di mano al fedifrago Icardi non merita nulla?
Quantomeno non gli ha fatto lo scherzo di Ponchia in Marrakech Express!
LE ALTRE
Il Napoli si impone sulla Lazio blindando il terzo posto, mentre la Fiorentina sbanca il Bentegodi mantenendo 5 punti di vantaggio sui nostri. Il Parma impatta a Bologna e si stacca in attesa dello scontro diretto di sabato.
Il Milan batte di misura il Catania ed è a 6 punti dall’Europa League, ma per tutti è già Derby per l’Europa.
E’ COMPLOTTO
La prima parte della sezioncina prende spunto proprio dalla succitata ipocrisia mischiata all’incoerenza: non me la prendo con chi di mestiere deve far ridere (e ci riesce, come Emilio Marrese che si chiede retoricamente se possa dare a Icardi del cretino): il suo ragionamento non fa una grinza e arrivo a sottoscriverlo. Quel che non accetto è che la giornalista (tifosa, ma nun ze po’ddì) che lo intervista gli dica “certo che puoi, io gli darei pure di peggio“.
Quel che accetto anche meno, vista l’ammirazione sconfinata per il personaggio, è il pippotto retorico di Giorgio Porrà che su Sky sunteggia “La vicenda Maxi Lopez-Icardi di cui siete stati involontari spettatori a colpa di tweet… una vicenda di cui spero non si parli più“.
Eh no caro mio! Vuoi fare una Tv “alta”, forse additittura “di servizio” (whatever that means)? Taci orgogliosamente dal primo giorno senza dare puntualmente conto di tutte le stronzate postate da lui, da lei e da quell’altro. Sky faccia ciò e avrà il mio appoggio incondizionato. Ma siccome ben conosciamo il tasso medio dell’intelligenza del tifoso sportivo italico, ecco che tu, e se non tu la tua emittente, dietro ‘ste cose ci devi andare.
E allora, caro Porrà, non fare la verginella del “ne devo parlare ma se fosse per me non lo farei“.
Scomodando il poeta: “Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti“.
E’ COMPLOTTO – RESTO DEL MONDO
Sbrigate le stronzatelle a forma di tweet pubalgico, parliamo degli altri casi di prostituzione intellettuale avivistati negli ultimi giorni, e in particolare a cavallo dell’ultimo turno di Champions league.
Il giornaliettismo italico, volendo darsi un tono, è riuscito a vantarsi del nostro misero calcio titolando su tutte le principali testate sparate del tipo “in semifinale con 4 allenatori “italiani”!”
A parte che assimilare Guardiola come “italiano” avendoci giocato qualche decina di partite tra Roma e Brescia, mi pare un po’ azzardata come ipotesi, avrei gradito un altro tipo di analisi, altrettanto partigiana ma non per questo meno pertinente, e riferita al solo confronto tra Chelsea e PSG.
Nella partita in questione, tra campo, panchina e tribuna stavano 6 ex interisti: Eto’o, Maxwell e Thiago Motta in campo, Mourinho e Blanc in panca e l’infortunato Ibra in tribuna. Sì, Ibra non è solo ex-milanista. Ha giocato e vinto 3 anni anche nell’Inter.
Tutto questo non per piangerci addosso confrontando i vecchi fasti con le attuali mediocrità, ma soltanto per ricordare a certa gente smermorata che la damnatio memoriae è un esercizio fallace e fuorviante.
A meno che non sia io ad aver sognato per 5 anni tra il 2006 e il 2010.
Forse è così, perchè Conte insiste nel dire che la sua Juve riporta un’italiana in semifinale dopo 7 anni, “dimenticando” l’impresa dei nostri contro il Barça ad aprile 2010 senza che nessuno glielo faccia notare (anzi, gli dicono che gli anni sono 6 perchè in effetti nel 2008 la Fiorentina era andata in semifinale di Coppa Uefa).
Sacchi sproloquia sull’importanza degli italiani in squadra (ancora??) dicendo che la storia insegna che le grandi squadre hanno sempre avuto un blocco di giocatori autoctoni: l’Inter del lustro d’oro non è citata nemmeno come “eccezione che conferma la regola”.
Comodo adesso (vero Caressa?) dire “scusate ma io sono innamorato di quest’uomo“, sentendo José rispondere come solo lui sa fare alla domanda del servile Alciato. Quando invece sedeva sulla panchina “sbagliata” era quello che faceva male al nostro calcio…
E anche da un punto di vista tecnico, credo di essere davvero fissato, se non malato, visto che la sola analisi completa e quindi veritiera mi è parsa quella dell’interistissimo Tommaso Pellizzari: solo lì ho trovato traccia del vero pregio dello Special One, e cioè della sua duttilità tattica, del saper far giocare le sue squadre in tanti modi diversi, con il solo comun denominatore di metterci sempre il 101%.
Altrochè integralismo tattico e tiki taka di sto par de ciufoli!
Invece no, avanti con la storia del grande motivatore, del calcio muscolare, del Mister con lui non ci si annoia mai. Insomma, un saltimbanco o poco più.
Ma pensate ad Ancelotti che a momenti esce dopo aver vinto 3-0 in casa!
WEST HAM
In attesa del Derby contro l’Arsenal.