VERONA-INTER 0-3
Che bisogna fare con voi, ragazzuoli miei? Siete l’incarnazione calcistica della Pizzetta Catarí o, per essere solo un poco più poetici, di un grande pezzo di Mina (tiamopoitiodiopoitiamopoitiodiopoitiamo ), non essendo qui il caso ti tirare in ballo l’Odi et amo di catulliana memoria.
In buona sostanza: con ancora le pareti che tremano dalle Madonne che vi ho tirato dopo la chiavica parmigiana (c’è però chi fa di peggio, eheheh….), ecco che i nostri mettono su il vestito buono e, immacolati come il modello Giuditta, rifilano un sonoro triplone ad un Verona ormai salvo ma non per questo sazio.
Icardi ci mette 10 minuti a farci capire come la nostra mediocrità non possa prescindere dal suo calcio semplice, banale ed immediato (uno-tiro-uno-gol, direbbe lo scienziato): tanto a dispensare intelligenza calcistica c’è il Trenza, finalmente tornato a livelli consoni al suo passato. Ma la vera, positiva ed a me graditissima sorpresa risiede nei piedi educati e nel baricentro basso del Profeta: di quelli con la sua fisionomia si usa dire che “se cagano bicchieri non si rompono” -a sottolineare il resistibile stacco di gambe-, ma è proprio il mulinar di gambette a creare tanto gioco sulla nostra trequarti. Bravo il Mancio a preferirlo ad uno Shaqiri un po’ appannato, seppur collega di culo basso.
Da quel che mi par di capire (non l’ho vista nemmeno stavolta, complice splendido weekend fuori porta), dietro facciamo anche un figurone, lasciando ben poco a Toni e compagnia, e riuscendo anzi a mangiarci il raddoppio con Brozovic, prima di raggiungerlo a inizio ripresa: Maurito ricambia il favore e Palacio può segnare il -credo- sesto gol consecutivo tra campionato e coppe (o giù di lì).
Partita chiusa? Per molti ma non per tutti, tanto per continuare con le citazioni da spot80 di sto par de ciufoli… ecco il prode Tagliavento riuscire nel suo personale en plein, ammonendo due dei tre diffidati nerazzurri (cartellini giusti, ma non per questo capaci di placare le mie rancorose querimonie, vedi infra) e inventando poi di sana pianta un rigore là dove non ci era una beata mazza.
Handanovic è un campione nel respingere l’ennesimo rigore stagionale ed un signore a non sfogarsi rivolgendo improperi di tipo sodomita all’indirizzo del barbiere di Terni, peraltro non nuovo a colpi di genio e altre carinerie nei confronti dell’Inter.
Insomma, citando per un solo attimo di troppo le dichiarazioni simpatttiche “rese con la consueta disponibilità sotto gli uffici della Saras”, il soggetto con noi non è particolarmente fortunato…
Poco male, anzi pure meglio: vinciamo nonostante la cara svista avbitvale che in effetti da un po’ non tornava a farci visita, forse rassicurata dalla nostra stessa mediocrità, condita dalla nuvola fantozziana che ci vede colpire il 16°legno della stagione quando invece dall’altra parte del Naviglio c’è porta a casa punti tra rigori, autogol e carambole tra stinco e avambraccio come nemmeno il miglior Superpippa.
Domenica prossima si incontrano così le due malconce e malmesse milanesi, all’insegna di un “c’eravamo tanto odiati” che temo non potrà che confermare le rispettive ambasce. La partita vale davvero poco per la classifica, ma nondimeno è sentitissima a queste latitudini, avendo avuto modo di corroborare il mio disprezzo (calcistico e non solo) per quella parte di Milano.
E’ COMPLOTTO
Rientrato in serata dal succitato fine settimana fuori porta, ho potuto infatti assistere in diretta a quello scempio che è stata Milan-Sampdoria, in cui un ex grandissimo campione, che gioca di pura sapienza tattia e tecnica di base, è stato sufficiente per sifulare i cuginetti recapitando sui piedi di Soriano un bijou da spedire in gol.
Siccome però culo e sfiga vanno sempre di pari passo, così come torti e ragioni si compensano (come no!?), ecco che al nostro 16° palo corrisponde la già accennata botta di culo, con lo sciagurato Duncan a beffare il proprio portiere che già si stava sdraiando per bloccare l’innocua girata del criminale di guerra De Jong.
L’angioletto olandese peraltro avrebbe dovuto finire la propria minuscola prestazione poco dopo, visto il calcione travestito da fallo tattico ignorato nel primo tempo (verrà ammonito in sua vece un compagno che stende un doriano sullo sviluppo dell’azione) e soprattutto vista la gomitata intenzionale a tramortire Muriel nei minuti finali. Invece, the Rocchi Horror Picture Show is back in town: solo un giallo per l’olandese, che quindi potrà tranquillamente randellare quasivoglia essere vivente di nerazzurro vestito domenica prossima.
Vero che il Milan dopo il pareggio poteva pure vincere (palo di Suso con sinistro a giro), ma al solito lo charme mediatico del Geometra è tale che tutti -o quasi- si ricordano unicamente di quello, tralasciando tutto quel che c’è stato prima. Zio Fester poi ne approfitta per aggiungere Eto’o a quelli che “sono stati a tanto così dall’essere rossoneri” (mai uno che osi chiedere “e perchè mai poi tutti questi campioni decidono di andare altrove?“).
Ne ho anche per la Juve, non preoccupatevi. Ho volutamente trascurato la sentenza della Cassazione, chè di parlar di Moggi francamente mi son stancato, ma sentire l’impudenza di certa gente, coinvolta quasi quanto Lucianone, ergersi a saggi calcistici e severi censori delle doglianze interiste, mi fa veramente rabbrividire.
Illuminante come al solito Sabine Bertagna che risponde per le rime meglio di come potrei fare io, ma che ha il torto di farmi fare quello di cui la mia paranoia non avrebbe bisogno: ho fatto il gioco proposto (cercare “Triplete Inter” e “triplete juve” su Google) ed il numero di risultati è in effetti agghiacciante. Pagliacci loro, servi e pennivendoli gli altri, noi come al solito incapaci di valorizzare le vittorie che abbiamo conquistato…
Cazzo, non cambiamo mai…
LE ALTRE
Credo abbia poco senso fare tabelle o rincorse su qualche altra squadra, visto che l’anno prossimo l’Europa la vedremo dalla poltrona. Stazioniamo a metà classifica, da cui ci arrivano le eco del sorpasso laziale sui cugini lupacchiotti al secondo posto così come del 3-0 rifilato dal Napoli alla Fiorentina, nella partita che offre l’ennesima e superflua conferma dell’assoluta inutilità dei giudici di porta. Ma se lo dici metti in dubbio la malafede degli arbitri… non sia mai!
WEST HAM
Quantomeno sui Craniolesi non abbiamo il monopolio europeo, visto che i Martelli dell’East End buttano nel cesso l’ennesima vittoria nei minuti finali, pareggiando con lo Stoke una partita di un campionato che -come quello nerazzurro- ha ormai ben poco da dire: salvezza conquistata con mesi di anticipo, ma Europa ormai non più raggiungibile.
Se fossi solo un po’ più qualunquista, me ne uscirei con perle di saggezza del tipo “per tanto così fai giocare i ragazzini chè almeno corrono“.
Bloody hell!