IL MEGLIO DEL PEGGIO

INTER-MILAN 0-0

Il Derby che mi aspettavo. Parente lontano dei cari e vecchi scontri-che-contavano, ma non necessariamente simbolo della mediocrità acclarata delle due milanesi.

Mi spiego: il Milan ha fatto sincera pietà per un’ora e più; noi avremmo onestamente meritato di vincere, e abbiamo giocato benino. Se la guardo da un punto di vista oggettivo, c’è poco di cui rallegrarsi, visto che nonostante una delle migliori prestazioni della stagione non siamo riusciti battere una squadra che continuo a ritenere assai più modesta dei nostri.

Da tifoso obnubilato, la mediocre mezza classifica in cui galleggiamo (noi e loro) non fa diminuire nemmeno di un grado il vorticoso giramento di maroni.

Come si dice in questi casi, andiamo con ordine.

I nostri partono con il giovanissimo Gnoukouri a metacampo: l’ivoriano, con buona pace di Sacchi Arrigo, fa una partita disciplinata e convincente e non fa rimpiangere l’ultimo Brozovic (e nemmeno il penultimo…). Kovacic non fa molto, e per una volta sono in disaccordo con Boban che ne magnifica la prima mezz’ora alle orecchie di Mancini.

Dietro Vidic e Ranocchia confermano che la coppia avrebbe meritato più fiducia durante tutto l’anno; JJ sulla fascia è del tutto inutile in fase offensiva, ma quantomeno fa spessore quando c’è da difendere. Dall’altra parte D’Ambrosio fa vedere come dovrebbe muoversi un moderno laterale difensivo: tutto bene, tranne i cross che sono uno peggio dell’altro. Per un terzino, sarà mica importante arrivare sul fondo e mettere un cazzo di traversone?

Davanti Icardi e Palacio carburano lentamente (molto meglio nella ripresa), mentre Hernanes parte bene per poi sparire e riemergere nella ripresa.

Loro… parliamone: giocano 20 minuti su 90′, nei quali tirano due volte con Suso (avessi detto Robben…) e mettono un bel cross rasoterra su cui gli attaccanti non arrivano, visto che il propagandatissimo 4-3-3 è un 4-5-1 con Menez nueve farlocco e Bonaventura e il succitato iberico a rinculare volentieri verso il centrocampo.

Destro e Pazzini ovviamente seduti a guardare, chè loro propongono giUoco.

Il pari finale non è scandaloso, ma una nostra vittoria avrebbe fotografato meglio l’andamento della partita, aldilà della corposa paginetta arbitrale che vado testè ad aprire.

TANTO SI COMPENSANO…

I più distratti si limiterebbero a dire “ah sì il mani di Antonelli era da rigore..“, ma io sono paranoico e quindi vado oltre, talmente oltre che ritorno al punto di partenza.

Quando dico che noi siamo la squadra più sfigata d’Italia e i Meravigliuosi quelli più aiutati dal fato (senza voler mettere in dubbio la buona fede di alcuno, ci mancherebbe…) lo dico a ragion veduta.

Se partiamo dal gol rossonero di Alex, per fortuna annullato per un doppio fuorigioco (dello stesso Alex sul primo cross e di De Jong sul prosieguo) notiamo che lo stesso è arrivato da un fallo inesistente di Medel su Abate. Nella circostanza, il cileno -diffidato- viene immancabilmente ammonito, precludendosi la partita contro la Roma.

Morale: da un non-fallo rimediamo una squalifica per la giornata successiva e un gol fortunatamente e correttamente annullato.

In contrapposizione, ai nostri vengono altrettanto correttamente annullati due gol: sul primo la bella azione è purtroppo vanificata dallo scatto un po’ troppo anticipato di Icardi, mentre sull’autorete di Mexès la spinta di Palacio è ben vista dal guardalinee, ma segnalata con colpevolissimo ritardo a Banti, che difatti convalida in prima battuta.

Nella tempistica, l’episodio ricorda il gol di Ganz annullato in un Inter-Juve del ’97, con Collina a spiegare a Hodgson la finezza arbitrale.

Nulla da dire, allora come adesso, sulla bontà della scelta di merito. Ancora una volta, tuttavia, il colpo da fuoriclasse arbitrale arriva a troncare sul nascere uno dei pochissimi errori a favore “che tanto alla fine si compensano“.

Ma non basta: nel primo tempo ad Antonelli viene fischiato un fallo di mano con cui ferma ai 25 metri la conclusione di uno dei nostri: se fischi fallo, caro Banti, vuol dire che lo ritieni volontario, e quella mano a termini di regolamento interrompe un’azione pericolosa. Ergo è ammonizione, porcadiquellatroia.

Dico questo perchè l’ex genoano è stato graziato due volte nell’inguacchio in area a metà ripresa: non era solo rigore, ma era pure secondo giallo e quindi rosso.

Inutile dire su chi sia stato commesso il fallo di Palacio poco dopo…

E’ COMPLOTTO

Onestà impone di dire che i commenti hanno cercato di non fare un unico calderone, specificando il maggiore impegno e la miglior figura fatta dai nostri. Chiaro è che la risposta più rapida e facile sia “derbino” e che, se si astrae la definizione dai 90′ giocati, è anche quella più corretta.

Sono rimasto ancor più colpito dallo stupore dei vari commentatori nell’apprendere delle iperboliche valutazioni del Milan, oggetto di acquisto da parte di investitori stranieri: nemmeno io riesco a credere che qualcuno possa valutare quella squadra un miliardo di euro.

Potere di Zio Silvio e di decenni di argenteria passata quotidianamente col Sidol…

La terza menzione a favore è per l’italiano parlato da Zorro Boban: sentirlo testualmente dire che il Derby avrebbe comunque regalato emozioni “nonostante Inter e Milan non siano quelle che vorremmo fossero” (testuale) mi ha fatto balzare sul divano come a un gol di Maradona: quanti laureati italiani sarebbero in grado di non ingarbugliarsi nel dire una frase del genere?

Mi sono partiti anche i pernacchioni, eccheccazzo…Il capocurva Marco Nosotti intervista Abate a fine primo tempo. IgnazioAbate, cioè la vittima del non-fallo di Medel, e quindi -se vogliamo dirla tutta- simulatore smascherato dalla moviola ma non dai silenti telecronisti che si limitano a un “non si capisce se ci sia il tocco“. Ecco, Nosotti gli chiede: “il gol annullato…ci hai capito qualcosa?” Di tutto il troiaio appena visto, ecco la domandina-salvagente, che sottende un nemmeno troppo nascosto “non si è capito cosa sia successo…sembrava tutto regolare”.

Prevedibile come il solleone di Luglio invece il signor Valerio Staffelli e l’immancabile tapiro portato a Mancini, forse “colpevole” di non aver saputo battere una squadra di maltrainsèma .

C’è chi ancora ride per certa TV.

Noi no.

Il Mancio purtroppo, dopo essersi guadagnato i primi applausi da dopo-partita  commentando le recenti direzioni arbitrali nei nostri riguardi, non ha risposto alla serva mediasettara come avrebbe potuto e dovuto.

Sarà per il prossimo Tapiro, tempo di un paio di settimane.

WEST HAM

Prosegue la caduta libera: sconfitta a Manchester in casa City.

Qui onestamente era difficile far meglio

Qui onestamente era difficile far meglio

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