KEEP CALM AND TANTO E’ SOLO L’INTER

INTER-NAPOLI 2-0

Devo dire la verità? Tutto come previsto.

Pur essendo un pessimista cronico quando si parla di Inter, o forse proprio per questo, avevo immaginato una vittoria contro il Napoli, sempre sull’onda lunga dell’ “ora che è troppo tardi” e ancor di più vedendo nella sconfitta dei partenopei una implicita resa nella corsa scudetto.

Insomma: vinciamo e facciamo vincere il campionato ai gobbi: non fa una piega.

Forse a corollario di ciò, segniamo il primo gol in fuorigioco di questo e dei precedenti millemila campionati (il mio autismo mi riporta ad un Alvaro Pereira a Chievo, annus horribilis 2012): sul lancio di Medel (di cui dirò infra) Icardi salta tipo Carla Fracci per uno stop volante, concludendo poi con un beffardo pallonetto di sinistro alle spalle di un non irreprensibile Reina.

Quattro minuti e sopra di uno: cosa vuoi di più dalla vita? Un Rucano, diceva il vecchio spot.

La furmazia messa in campo dal Mancio incontra anche il mio gradimento, con D’Ambrosio e Nagatomo sui lati a gestire senza problemi gli esterni Insigne e Callejon, e una mediana di lotta e pseudo-governo composta da Medel e Kondogbia.

Interessante il “davanti” della squadra, con Brozo che parte largo a destra, lasciando un convincente Jovetic alle spalle di Icardi, stante Perisic inamovibile sul binario di sinistra.

Dal quinto minuto alla mezz’ora circa i nostri sostanzialmente si appendono alla traversa a difesa del prezioso vantaggio. Il Napoli però, aldilà di un paio di tiri da lontano controllati da Handanovic, non sfrutta l’occasione complice anche l’assenza di Higuain che si fa sentire eccome (ma non ditelo ai cantori di Sarri e della manovra avvolgente degli azzurri!).

Nell’ultimo quarto d’ora i nostri vanno due volte vicini(ssimi) al raddoppio, dapprima con Jojo che gira di sinistro una bella palla di Icardi (in culo a “quei due non possono giocare insieme“), e poi con Perisic che in tuffo di testa non riesce a concludere una delle due più belle azioni della partita.

Poco male, perchè cinque minuti dopo (cit. Paolo Rossi feat. Beccalossi) Jojo ne salta due con una finta a metacampo, lanciando Icardi in campo aperto (di nuovo in culo a “quei due non possono giocare insieme“): ottimo il tocco volante con l’esterno destro a servire l’accorrente Brozovic, che  controlla sapientemente a seguire e scodella la boccia in rete, stavolta alla destra di Reina.

Antipasto di E’ COMPLOTTO: Ovviamente quel che a righe verticali di diverso colore sarebbe stata una “travolgente azione corale, tutta improntata sulla qualità e l’intesa tra i compagni d’attacco“, qui diventa un “esemplare contropiede” di “un’inter cinica” e -novità di giornata- “cholista“.

Luoghi Comuni Maledetti. Ma siamo ormai troppo vaccinati per stupircene.

Morale, all’intervallo sopra di due e insolitamente sicuri e solidi.

Non che la ripresa regali grandi scossoni: i nostri riescono addirittura a gestire il doppio vantaggio, forse con la complicità di un Napoli decisamente sotto tono rispetto ai mesi scorsi: il loro campionato rimane notevole, ma evidentemente l’abitudine a certi traguardi gioca ancora un ruolo troppo importante e sul più bello il soufflé si è ammosciato, dando via libera alle forze del male (che, purtroppo, in quanto forze sono forti).

POCHE IDEE MA CONFUSE

Dopo averci passeggiato sui testicoli co’tacchi a spillo (cit. Barista Necchi, Amici Miei atto III), preconizzando cupi scenari all’insegna di svendita di campioni e raccogliticcio mercato di risulta, pare che nella testa di molti inizi a balenare l’idea che, per avere una squadra decente, occorra tenere quelli buoni: Handanovic, Murillo-Miranda, Brozo-Kondo, Icardi-Perisic sono un settenario imprescindibile per la nostra poesiola, e da questi è fondamentale ricominciare.

Il tutto in attesa di inevitabili novità societarie a squarciare l’orizzonte, senza che a nessuno passi nemmeno per la testa di rispondere alla più banale delle domande da tifosotto:

Ma se arriva il cinese con settanta bomboloni, li posso usare tutti per fare mercato?

Ma no, meglio dire che Thohir vuole un cinese ma Moratti un altro, e che tra i due non c’è più feeling.

 

LE ALTRE

Liquidato in poche parole il quinto scudetto della Juve (li odio ma complimenti), arriva attesa da settimane la crisi-Roma o, se preferite, il caso-Totti.

Aldilà della giusta rivalità e degli eccessi di romanità un po’ sopra le righe, in fondo in fondo a me la Roma è sempre stata simpatica, sostanzialmente perchè vedo in loro la stessa tendenza al tafazzismo che vedo dalle parti di Appiano Gentile.

Ero pertanto rimasto sorpreso ed in parte deluso per la calma e l’understatement con cui Spalletti era riuscito a gestire la Quaresima dell’addio del Pupone, infilando vittorie su vittorie ed arrivando a rosicchiare pure qualche punto sul Napoli.

A Bergamo invece il bubbone gli è scoppiato in mano, con più di qualche responsabilità sua (ha fatto gol, ringrazialo, fagli i complimenti e chiudila lì, che senso ha dover ridimensionare la prestazione del Capitano?), e la cosa non può che preludere ad un sempre più probabile psicodramma collettivo.

Sto gufando, lo so, ma intanto due punti li abbiamo recuperati e ora siamo a -4 anzichè -6.

Lassàteme divertì…

E’ ovvio che la base di qualsiasi rimonta passa dai risultati della tua squadra, e nulla è più aleatorio del cammino che l’Inter farà di qui alla fine. Per dire: già prima di Sabato temevo molto di più la trasferta di Marassi e la velenosa Udinese in casa rispetto allo scontro col Napoli.

Conosco i miei polli, insomma.

Brocchi è invece già diventato il fratello minore ma più bravo di Guardiola-Ancelotti-Sacchi e Capello messi insieme, visto che l’1-0 di Genova, frutto di un Milan solido (come quello di Sinisa contro la Juve, per dire…) e di un probabile errore arbitrale, viene salutato, se ricordo bene le testuali parole del capo ultrà Compagnoni, come una grandissima vittoria.

Altrettanto prevedibilmente, sono bastate due discrete prestazioni di Balotelli (niente gol o assist, per carità, solo applicazione diligente) per farlo tornare in prima pagina e farneticare di futuro roseo e pieno di successi. Potenza mediatica della parte sbagliata del Naviglio.

Icardi, per dire, 51 gol in 101 partite, continua invece ad essere un bamboccio che si compra la Lamborghini nerazzurra.

Brava la Fiorentina a regolare il Sassuolo, con Consigli che fa il paperone dell’anno (con noi la prestazione della vita, as usual…): i Viola restano a soli due punti da noi, e sarà il caso di tenerlo a mente.

E’ COMPLOTTO

Parto con Medel, replicando qui quel che di getto avevo postato su Facebook nell’intervallo del match:

…e cinquanta minuti dopo, per la prima volta viene detto che l’assist per l’1-0 l’ha fatto Medel.
Vi chiavasse la sorella…

Certo, c’è pure chi fa di meglio: il saccente De Grandis a Sky calcio Club fa pure lo spiritoso dicendo “udite udite addirittura Medel fa il passaggio per Icardi“.

Personalmente sapete come la penso, e gettando lo sguardo alla prossima stagione mi chiedo se e come il nostro centrocampo potrà rimanere equilibrato sostituendo la garra ignorante del cileno con la classe e la visione di giUoco di Banega (o di chi per lui. Ho l’infondato ma pressante sospetto che l’argentino arriverà e si dimostrerà l’ennesimo incursore-mezzala-trequartista che “è bravo eh, ma ha bisogno di qualcuno che lo lanci nello spazio, un Pirlo insomma…“).

Per ora resta il fatto che, per la critica sportiva italiana, il mondo è una merda per colpa di Medel. As simple as that.

Per chiudere i riferimenti alla partita di sabato sera, curioso che tutta la stampa saluti la stretta di mano tra Mancini e Sarri dicendo che entrambi, ripensando agli screzi di Coppa Italia, col senno del poi avrebbero agito diversamente.

Ma un par di cojoni! Sarri ha sbagliato, Mancini ha solo fatto bene a sollevare la questione! Perchè bisogna metter tutto insieme? “Si sono chiariti, Sarri si è scusato e il caso è chiuso“: questo andava detto, altro che palle…

Cambiando discorso, ai limiti del servilismo Massimo Mauro che, parlando di Totti e di come la Roma non stia gestendo il suo addio, ricorda come un’altra grande società abbia gestito in maniera esemplare l’addio della sua bandiera.

Strabuzzo gli occhi, stentando a credere che il calabrese cantilenante possa lodare l’Inter, e infatti il nostro cita la maestrìa di Andrea Agnelli, che scelse proprio l’assemblea dei soci per annunciare urbi et orbi che l’anno seguente Del Piero non avrebbe fatto parte della rosa bianconera.

Quello che ai tempi fu considerato pressocché unanimemente uno sputtanamento dello storico Capitano bianconero a nove colonne, nel contorto ragionamento di Mauro si trasforma in una dimostrazione di rispetto assoluto per il proprio campione, visto che il suo “licenziamento” è stato dato annunciato nel plenum dei gerenti bianconeri.

Mi limito a dire: questione di punti di vista.

Infine assisto compiaciuto alla crisi del Barcellona, soprattutto perchè a beneficiarne è l’Atletico Madrid di Simeone, maltollerato da tutti gli esteti del bel giUoco. Il Cholo lo fa fuori in Champions, dove tutte le serve ricordano solo il rigore non dato da Rizzoli al 94′, sorvolando su tutti i precedenti errori pro-Barça, e lo aggancia in campionato a cinque giornate dalla fine.

WEST HAM

Dopo essere mestamente usciti dalla FA Cup alle porte delle semifinali che ci avrebbero visto a Wembley (1-2 a Upton Park nel replay contro il Man Utd), i nostri sfiorano il colpaccio a Leicester, dove ribaltano l’1-0 iniziale di Vardy approfittando di una ingiusta espulsione del succitato centravanti (secondo giallo per inesistente simulazione) e beneficiando di un rigore alquanto generoso. Carroll fa 1-1 e tre minuti dopo Cresswell con sinistro a voragine fa l’1-2.

L’arbitro prima nega un rigore netto al Leicester (tentativo di strangolamento di Ogbonna in piena area) poi, all’ultimo secondo, punisce un’ancata di Carroll -in generoso recupero difensivo- che in una partita “normale” non sarebbe mai stato fischiato.

Morale, finisce 2-2, che serve a poco sia ai nostri che a Ranieri. Però è stato un modo per poter dire “ho sfiorato la vittoria contro i quasi campioni d’Inghilterra“.

Icardi circondato da tre zingari che vogliono fargli la collanina: il solito spogliatoio diviso in clan

Icardi circondato da tre zingari che vogliono fargli la collanina: il solito spogliatoio diviso in clan.

4 pensieri su “KEEP CALM AND TANTO E’ SOLO L’INTER

  1. ciao Polins, ti consiglio di cercare il video odierno con Staffelli che consegna il tapiro al buon Sinisone, il quale lo prende finemente per il culo decantando in modo smaccato le doti di giuoco del nuovo Milan di Brocchi.. sono ancora qui che me la rido!!!

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