GENOA-INTER 1-0
Il titolo è un doveroso tributo al marcatore della serata, che smessi i panni di one hit wonder degli anni ’80 indossa quelli assai più ateletici e pericolosi di terzinaccio in terra ligue.
Vedere per credere:
Ringraziato il Dio della formattazione per il collage stile prima elementare, chiarisco subito che la mia squadra ha ormai smesso da tempo di “drive me crazy“. Sono al punto per cui non mi stupisco più di niente, ed anzi, chi ha l’insano vezzo di seguirmi sa che sentivo puzza di (figura di) merda fin da settimana scorsa.
Arrivo quasi a rallegrarmi della risurrezione di Totti e del conseguente ennesimo addio ai sogni bagnati di Champions League, perchè questo è quel che ci meritiamo.
I nostri giocano un buon primo tempo soprattutto grazie al genio calcistico inarrivabile di Rodrigo Palacio, 34 anni, il solo che abbia idea di come fare un movimento un pochino pericoloso e non banale.
Per il resto giostriamo come tante altre volte nel recente passato “chè l’Inter da quando non è più in testa alla classifica ha migliorato la manovra e adesso ha una precisa identità tattica“… (commento del rancoroso che scrive: matilevidculo?) Epperò, oltre al solito fenomeno di giornata -leggasi Lamanna, portiere bigino per definizione che sostituisce alla grande Perin- dobbiamo anche plaudere alla cronica incapacità di far gol dei nostri attaccanti.
Per carità, nessuno che ieri si sia mangiato l’impossibile, ma tra i nostri problemi (che son tanti…) ce ne sono due gravi. Uno: tiriamo poco in porta. Due: a parte Icardi, non segniamo mai.
So che il Mancio da fine esteta e furbo paraculo preferisce porre l’accento sul “Due” (pochi gol segnati in rapporto alla mole creata), chè questo vuol dire assolvere la manovra, il giUoco e le geometrie del cazzimperio, ma la verità non si limita a questo. Oltre agli imbattibili record di palle perse (siamo sulle 50 a partita) e le rimesse laterali regalate agli avversari (che è un corposo di cui di quella cinquantina), siamo difficilmente peggiorabili anche nel numero di tiri verso la porta avversaria. Prova ne è che il buon primo tempo dei nostri, fatto di tre vere occasioni da gol, mica venti, viene narrato come l’assedio di Fort Apache dei tempi che furono.
Il nostro genio non si ferma qui, visto che per rimediare all’assenza di Kondogbia viene riproposto il doppio mediamo Medel-Melo, lasciando di contro Brozovic in fascia come col Napoli. I due cagnacci fanno il loro, ma la palla fa una fatica boia ad arrivare davanti: troppo difficile arretrare il croato per uno dei due e inserire uno dei millemila attaccanti/trequartisti/punte esterne? Eh? Eh? Sì, evidentemente troppo difficile, o forse troppo facile, chè il nostro vuol sempre stupire.
E stupisce risollevando dalla cantina Telles, ennesimo discreto terzino che non fa nè meglio nè peggio dei suoi colleghi di reparto, ma che nella circostanza tiene il succitato De Maio in gioco in occasione del gol, non riuscendo nel contempo a contrastarlo al tiro.
In questa stagione abbiamo perso punti e partite in maniera molto democratica, potendo ringraziare di volta in volta Nagatomo, D’Ambrosio, Santon e ora il brasiliano: pare perfin banale sottolineare l’esigenza di un significativo miglioramento sulle fasce nella prossima stagione.
Lungi da me pensare che si sia perso per colpa sua: fosse quello il problema, basterebbe non farlo più giocare e avremmo risolto i nostri problemi.
L’amara verità è che il terzo posto non lo meritiamo nè l’avremmo meritato. Semplicemente non siamo forti e costanti così come richiesto da un gruppo di calciatori che aspiri a giocare la Champions.
La giocherà la Roma? Complimenti a loro, e a noi per aver indirettamente contribuito all’happy ending della simpatica querella Totti-Spalletti.
LE ALTRE
Sì perchè la beffa di tutto il troiaio di Marassi è che fino a 3 minuti dalla fine perdeva anche la Roma, lasciandoci pieni di rimpianti ma sostanzialmente in pari con l’ipotetica tabellina di marcia (oggi vinciamo sia noi che loro e poi vediamo con Roma-Napoli cosa succede).
Tutti d’accordo? Più o meno. Tutti tranne Totti: ‘sto maledetto entra e in due giri d’orologio ribalta la partita, scrivendo verosimilmente la miglior pagina di addio di una carriera senza pari. Continuo a ritenere che nella poesia di un’intera vita calcistica nella Roma trovi spazio anche un po’ di scelta comoda e di voler essere il Re di casa anzichè un campione tra i campioni. But who gives a fuck anyway…
La Roma vince, ci rimette a 7 punti da loro e ciao core. Va ancora bene che la Viola becchi a Udine, rimanendo dietro di due punti in attesa di ulteriori sviluppi dal nostro neurodeliri.
La Juve che asfalta la Lazio ormai non fa più notizia, mentre incredibilmente il Milan di Brocchi (in tutti i sensi) ha evidentemente già esaurito il fluido magino di bel giUoco e di botta di culo, rimediando uno scialbo 0-0 in casa con quel Carpi che già ci aveva fatto invocare tutti i Santi del Paradiso qualche mese fa.
Chissà se anche ieri il buon Sinisa avrà mandato un sms di complimenti al Mister cocco del Presidente.
Faccio solo notare che Kevin Lasagna, vincitore per acclamazione del premio annuale Club Gautieri, nel finale ha avuto la palla buona solo al limite dell’area ed ha preferito rientrare sul sinistro andando a scontrarsi contro tre rossoneri in rimonta.
Che la dissenteria possa essergli fedele compagna nelle prossime notti…
E’ COMPLOTTO
Poco da dire, in effetti non c’è molto da ricamare su una squadra che fa di tutto per palesare i suoi limiti.
Solo una chicca per i paranoici come me: Icardi ha fatto 15 gol in Campionato, ma la Gazza in prima pagina mercoledì ci dice che sono 14:
Sempre consolatorio poi il pezzo sull’amicizia nella squadra dell’ammmore…
WEST HAM
I martelli tornano alla vittoria battendo 3-1 il Watford e consolidando il posto Europa League (per il momento…).

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