BOLOGNA-INTER 0-1
Bene in risultato, e poco altro, a partir dalla maglia versione chiara-fresca-sprite.
Suppliamo alla seconda giornata di assenza di Icardi distribuendo errori da matita blu in misura uguale tra i due attaccanti deputati a sostituirlo: Palacio nel primo tempo sbaglia quel che sembra un gol fatto in piena area piccola (malandrina in realtà la deviazione del difensore a due passi da lui), Eder nella ripresa ha tutto il tempo di prenere la mira, caricare il destro e produrre uno squassante e forte pèto (cit.) che finisce fetido ma innocuo addosso al loro portiere.
Per il resto la mediana è mediocre in Gagliardini e Joao Mario, e Murillo è sempre meno proponibile come laterale destro, al punto da far fare un figurone ad Ansaldi che lo sostituisce ad inizio ripresa.
Pioli non ha badato a diffide e rischi, schierando i due pericolanti Medel e Miranda, col secondo a farsi ammonire nella ripresa per fermare una ripartenza bolognese. Giallo inevitabile, a giocar col fuoco prima o poi ti bruci. La beffa è che anche Murillo è in dubbio per domenica, visto che la sua uscita, che speravo dovuta a manifesta inadeguatezza tecinica, è invece figlia di un problema muscolare tutto da analizzare.
Dzeko probabilmente gongolerà nell’apprendere dei nostri affanni, ma a ciascun giorno basta la sua pena e vediamo di regolare il Bulègna prima di pensare ai lupacchiotti.
A questo ci pensa Gabigol, che entra con Banega e poco dopo ci regala i tre punti. Bravo l’argentino a ricacciarmi in gola gli insulti che gli sto mandando nel vederlo quasi perdere palla per l’ennesimo inutile ghirigoro, lungimirante nel premiare l’incursione di D’Ambrosio sulla destra e pronto a correre a esultare dopo che il ceruleo napoletano ha servito il giovane brasiliano per il più facile dei goals.
E’ l’1-0 di un’Inter brutta e cinica come piace a noi. E tutti gli altri affanculo.
Handanovic fa la paratona d’ordinanza su Torosidis salvandoci dal pareggio dopo che, ancora nel primo tempo, ho sudato freddo nel vedere Eder scalciare in modo sconsiderato Dzemaili sul limite dell’area. Fallo certo, rigore molto probabile, invece niente! “Giocare giocare!” mima l’arbitro ad ampi gesti: Ol Dunadù è più avvelenato del solito e ne ha ben donde. Noi per una volta passiamo all’incasso fischiettando.
LE ALTRE
Vincono tutte o quasi, compreso il Milan che ferma la Viola in quella che dovrebbe essere stata l'(ennesima) ultima partita con Berlusconi presidente… fino a domenica prossima.
E’ curioso ma al tempo stesso sconfortante constatare che 9 vittorie in 10 partite non ci abbiano consentito di recuperare granchè su Roma e Napoli, e che anzi Atalanta e Lazio siano ancora compagne di pianerottolo (punto più, punto meno).
Toccherebbe vincere gli scontri diretti, a cominciare da domenica. Epperò la vedo dura…
E’ COMPLOTTO
Forse, ma dico forse, la stampa si sta accorgendo che quello di Suning non è un semplice salto nel buio, e che ‘sti cinesi qui tutto sono tranne che dei dilettanti.
Il modo in cui si guardano intorno e tracciano le linee per il futuro lasciano (almeno a me) un’impressione di strategia studiata e di zero paura ad investire massicciamente.
Certo, poi il cavallo che pare domato trova sempre il modo di imbizzarrirsi e tentare il colpo di coda: ecco quindi la Rosea plaudere al talento di Perisic, decantandone le qualità e la buona vena realizzativa, ma paventando (purtroppo solo sull’edizione cartacea, che sul momento non ho avuto la prontezza di fotografare) al contempo un suo addio a fine stagione, dato da quei paletti di FPF sempre buoni per riportar noi interisti -e solo noi, si badi bene- con i piedi per terra.
Infine, come giustamente sottolineato anche in altri lidi, ecco il solito doppiopesismo nei commenti del litigio Allegri-Bonucci, con conseguente multa per il primo e tribuna per il secondo.
Oltre a rimandarvi al lisergico titolo: “Juve, quando le frizioni fanno bene” risalente solo a qualche “vaffa” fa, pare evidente il mormorìo serpeggiante tra gli addetti ai lavori, all’insegna dell’ “ecco la mano forte della Società!” “punizione esemplare per Bonucci!“. Niente “caso“, niente “crisi“, niente “spogliatoio spaccato“, niente “allenatore che non ha in pugno la squadra“.
Al limite il giocatore che ci è rimasto malissimo, dopo tutto quel che ha passato, e che per un attimo ha anche pensato di dire addio alla Juve, ma poi ha prevalso la ragione e l’amore per la maglia.
Devono aver copiato gli appunti dagli inviati a Milanello Bianco…
Strano vero?
WEST HAM
C’era la coppa, e noi siamo già fuori…

Non ci crede neanche lui…