INTER-ROMA 1-3
Sconfitta purtroppo meritata e in una certa misura anche attesa.
Inutile girarci intorno: in questo periodo storico, la Roma è una squadra superiore ai nostri, per quanto faccia male dirlo.
Noi avremmo potuto far risultato ieri sera facendo il partitone e bloccando al contempo le loro fonti di pericolo maggiori. La prima parte del proposito -pare evidente- non si è avverata; la seconda è riuscita solo in parte, con Salah e Dzeko pericolosi solo in un paio di circostanze, ampiamente compensati però dal talento atletico prima ancora che tecnico di Nainggolan, che con due siluri ci ha impallinato una volta per tempo.
Cedo all’autocelebrazione segnalando che il tamarro più tatuato del West io l’avrei preso già dopo il primo anno di Cagliari.
Tornando al match, Pioli insiste con i tre dietro, che per me male non sono, anche in considerazione dell’assenza di Miranda. Il problema è lasciare 100 metri di campo da coprire a Candreva e Perisic, che difatti per lunghe mezz’ore girano a vuoto, controllati senza particolari patemi da fuoriclasse tipo Juan Jesus. Se a ciò aggiungiamo che Brozo è in serata-slandrone, e che Joao Mario per una volta non gioca bene, sèmm apòst…
Ha ragione Pioli a (cercare di) minimizzare l’occasione dell’1-0, dicendo in sostanza “sì in effetti Murillo poteva anche farsi incontro al belga, ma abbiamo comunque concesso un tiro dal vertice dell’area che in condizioni normali non è pericoloso“.
Evidentemente quelle di ieri sera non erano condizioni normali.
CItando per l’ennesima volta Marco Paolini e il racconto del Vajont:
“I Carabinieri fanno rispettosamente notare che qui in pratica la terra trema due giorni sì e un giorno no”.
“La prefettura dice che in teoria i sismografi della diga non registrano nemmeno scosse”.
“I Carabinieri rispondono, rispettosamente, che però in pratica…”
“Attenetevi alla teoria! Non trema la terra, vi trema il culo!”
Lodevole il tentativo dei vari commentatori di voler salvare il povero Gagliardini, perfetto fino a oggi, ma il ragazzo contro il Ninja non c’ha capito una mazza. Resto convinto che, se si fosse trattato dell’immondo Medel e non del succitato giovane-e-italiano, le erinni mediatiche non avrebbero mancato di far calare la loro mannaia.
Io nei mille replay mostrati in TV, ogni volta che vedo la palla arrivare al romanista sulla fascia sinistra prima dell’1-0 mi chiedo perchè cacchio il nostro non sia intervenuto in scivolata a metterla in fallo laterale.
Ma lui gioca in nazionale e io no, quindi…
La ripresa vede i nostri cominciare meglio, ma beccare il raddoppio proprio quando i due esterni stavano iniziando a carburare.
La strana coppia Radja-Gaglia si ripropone, e a mio parere il romanista è furbo a sbilanciarlo, involandosi da solo per 50 di campo e chiudendo con uno scaldabagno a 100 all’ora alle spalle di un’incolpevole Handanovic. Siamo sempre lì: 9 volte su 10 un intervento di questo tipo viene punito col fallo, ma con Tagliavento e con l’Inter sappiamo bene che le eccezioni sono all’ordine del giorno.
Il merda nell’occasione non guarda nemmeno verso la palla e i due contendenti, ma continua a rimirare l’area di rigore: un genio.
Poco dopo lui e la sua cricca fanno ancor meglio, ignorando il solito rigore a nostro favore (pedata di Strootman su Eder nell’area piccola).
Ma, come detto, siamo alla non-notizia.
Poco dopo riusciamo comunque a riaprirla, con Icardi ad arrivare in spaccata su cross di Perisic più alla speraindio che frutto di attenta strategia.
Nemmeno il tempo di illuderci seriamente che Dzeko fa la prima cosa giusta della partita, usando bene quel corpicione che si ritrova e sbarazzandosi di D’Ambrosio. Una volta entrato in area Medel entra alla disperata e lo centra in pieno. Perotti certifica la fine del fluido magico di Handanovic dagli 11 metri e che cacchio gli vuoi dire…
BIGINO DI AUTOANALISI
Come dice il titolo, male ma non malissimo.
Come detto all’inizio, questi sono più forti.
Come temuto, la sconfitta cancella ogni residua speranza di terzo posto e conseguente preliminare di Champions, e ai nostri tocca sperare che la recente innovazione normativa della UEFA venga confermata, potendo l’Italia contare su quattro squadre in Champions dalla stagione 2018/2019.
In alternativa, se dovessimo aspettare di arrivare nei primi tre, ciao core…
LE ALTRE
Della vittoria della Juve possiamo anche non parlare, essendo la stessa ai confini della non-notizia. Decisamente più sorprendente è la sconfitta interna del Napoli contro una splendida Atalanta. Gasperini non gode delle mie simpatie vista la acclarata avversione interista dopo la sua breve e sfortunata parentesi.
Diciamo che il modo in cui fa giocare la sua squadra, non dissimile da come ha fatto giocare il Genoa per anni, dovrebbe far capire ancora una volta quanto insensata fosse stata la sua scelta da parte del Presidente Simpatttico arrivato a sceglierlo dopo aver ricevuto una mezza dozzina di due di picche.
No sul serio, ma ce li vedete i nostri consunti eroi del Triplete correre come Spinazzola, Conti e Gagliardini? Su ‘sto punto ci torno nella prossima seziuncella; ora devo fare i complimenti alla brigata orobica che avremo l’onore di ospitare tra una paio di settimane a San Siro.
Avendo fatto la figura del tifoso sportivo e distaccato, posso quindi sfogare qualche ettolitro di bile nel raccontare l’ennesima botta di culo dei cugini che battono il Sassuolo e il record di errori arbitrali a favore nell’arco dei 90 minuti.
Facendo una rapidissima sintesi, quel pirla di Berardi sbaglia il rigore (che c’è), mentre Bacca riesce nell’impresa di realizzare il suo (che non c’è) in scivolata, colpendo due volte la palla e quindi, a-stretti-termini-di-regolamento, vanificando la chance.
Infine, calcione di Paletta ai danni di un nero verde in piena area, bellamente ignorato da Calvarese.
E’ COMPLOTTO
Rimango sullo stesso tema per far notare come, nel descrivere la partita ed il relativo arbitraggio, le parole che le mie caste orecchie hanno dovuto sentire sono state “arbitraggio molto complicato quello di Calvarese oggi“, seguite da “ha commesso tanti errori” e “giornataccia“.
Non avendo assistito in diretta ai suddetti scempi, nella mia ingenuità pensavo ad un arbitraggio che avesse scontentato entrambe le squadre, figlio appunto della classica giornata-no degli arbitri.
Invece, più venivano sviscerati i dettagli della questione, più il mostro assumeva gli inequivocabili contorni del furto, ma pur sempre in nome del giUoco, dell’amore e della sincerità, visto che Montella faceva il santarellino dicendo “mi costringete a parlare di arbitri anche se non lo faccio mai nemmeno quando gli episodi ci sono a sfavore (e intanto l’hai detto, così come in settimana avevi avuto il coraggio di dichiararti in credito con la sorte), però può darsi che alcuni degli episodi oggi siano stati a nostro vantaggio” e premurandomi di chiosare da bravo primo della classe “e comunque quelli del Sassuolo li ho visti troppo nervosi, non si fa“.
Rimanendo in ambiti iperglicemici, per una volta Caressa azzecca la battuta preannunciando un collegamento col Milan riunito per la festa di Donnarumma “che per la quinta volta questa settimana compie 18 anni” ironizzando sulla leggerissima ridondanza data all’evento, condita con le inevitabili finte lacrime approntate per l’occasione.
Tornando al rendimento dei rossoneri, è confortante constatare che, anche al netto delle mie ancestrali antipatie e dei miei consolidati pregiudizi, anche analisti più fini di me si rendano conto del buciodiculo che continua ad accompagnare i Meravigliousi.
Se non siete seriamente interessati alla statistica applicata al calcio o se semplicemente non siete tra quelli che -uno a caso…- pur di leggere qualcosa di negativo sul Milan tufferebbero il naso in un trattato di astrofisica, risparmiatevi pure l’accurata analisi linkata. Faccio solo presente che, scartate tutte le ipotesi plausibili, la conclusione è che non si spiega l’attuale numero di punti conquistato dai cugini.
Però-loro-propongono-giuoco.
Al Club ho avuto poi l’ennesima occasione di apprezzare l’intelligenza e la lungimiranza di Leonardo che, parlando dell’esonero di Ranieri, si è retoricamente chiesto se e quale processo decisionale ci fosse dietro alla scelta di un allenatore. Torno come promesso a Gasperini, ma anche a De Boer o andando più indietro a Benitez, e voglio limitare il discorso solo ai nostri colori: a mio parere la scelta del Mister è la più importante e strategica tra quelle fatte da un Presidente. Cosa diavolo vi viene in mente a scegliere certi allenatori? La prima cosa che un dirigente, ma che dico, un essere umano dotato di normale intelligenza, dovrebbe fare è guardare la rosa di giocatori che ha a disposizione e cercare l’allenatore di conseguenza.
In alternativa, ma succede molto meno frequentemente, scegliere l’allenatore e con lui progettare una campagna acquisti che gli possa dare materiale umano a lui gradito.
Senza questi accorgimenti, che mi paiono anche abbastanza intuitivi, ti trovi vestito in giacca e cravatta ma con quelle infradito che ti piacevano tanto.
WEST HAM
Pareggio esterno sul campo del Watford di Mazzarri, che lascia entrambe le squadre nelle anonime ma placide acque di centroclassifica.