L’imputato si alzi. A suo carico, leggo dal suo fascicolo, vedo:
- Cattivi rapporti con parte dello spogliatoio. Solo i croati? Davvero? Quant’è grande la inevitabile zona grigia, che esclude i suddetti slavi ed altrettanto gli amici-amici? La possibilità di permanenza in nerazzurro dell’Icardi è a mio parere direttamente proporzionale all’ampiezza della succitata zona grigia;
- Relazione con l’allenatore che pare compromessa, colpe e meriti di entrambi;
- Scarsa o nulla collaborazione con la Società che, da Febbraio in poi, ha invano chiesto low profile e silenzio mediatico, a cui l’imputato ha risposto come visto in questi giorni;
- Uno stato di forma sotto i livelli minimi di decenza, senz’altro complici i due mesi da scioperato, e la conseguente penuria di gol in stagione. Solo 10 finora, e non dimentichiamo che anche prima della querelle-fascia di capitano, il nostro era in astinenza da gol da qualche partita.
Certo, l’imputato ha anche le sue belle esimenti, oltre a qualche attenuante ed una fedina fin qui immacolata:
- 100 e passa gol in 6 stagioni non è roba da poco, e tutti sono concordi nel ritenere questo 2019 come una sfortunata contingenza e non come un declino del giocatore (peraltro appena 26enne);
Forse con Marotta a bordo già da Luglio la questione avrebbe potuto risolversi in maniera più rapida e meno mediatica? Chi lo sa. Qui senz’altro non si è visto arrivare il bubbone… Cara Inter, ascolta uno ossessionato dai media: se la moglie-agente del tuo giocatore migliore ti informa che da Settembre sarà in TV tutte le domeniche a parlar di calcio, la cosa in qualche modo la devi tamponare.
- Aldilà delle esternazioni del suo agente, che mi limito a definire inopportune, la ricerca della massimizzazione dei profitti da parte di qualsiasi professionista è un imperativo cui nessuno sfugge. Fa quindi parte del gioco tutta la tiritera legata al rinnovo del contratto ed all’aumento dello stipendio. Che la questione sia stata gestita male nell’insieme è pacifco, ma in questo caso è la Società a mio parere ad avere le maggiori responsabilità.
Raiola o Mendes non avranno labbra carnose e un metro di tette da mostrare a favor di camera (per quanto Raiola…), ma si sono mai visti ospiti fissi in una trasmissione che parla di calcio? Mai.
Solo una mente semplice o obnubilata può pensare di uscire indenne da 9 mesi di domande incrociate all’insegna “allora rinnova?” “perchè non ha ancora firmato?” “ma ci sono problemi?“.
In questo, torno a dire, Wanda fa il suo mestiere e difende gli interessi di famiglia, alternando polemiche, lacrime e scollature a seconda della convenienza. Non è il massimo in termini del già citato senso dell’opportunità o di understatement ma, hey, mica siamo a Buckingham Palace… Tu però, cara Società, cos’hai fatto davvero per evitarlo? E dopo che non l’hai evitato, cos’hai fatto per minimizzare entità e durata del danno.
Prima cagata che mi viene in mente: ti dò 100 lire in più di aumento ma basta ospitate in TV non concordate con il Club.
Odio concordare con Caressa, ma capita anche questo: domenica sera l’ho sentito auspicare una gestione più o meno dittatoriale dei diritti di immagine dei calciatori da parte delle società e questo, a un imperialista come me, suona come musica celestiale. Che tu sia Icardi o Piraccini, sei un calciatore dell’Inter e mi rappresenti anche quando sei sulla tazza del cesso. Ergo: dalle tue terga non esce nemmeno un peto se non l’hai prima concordato con me.
So’ poeta, checcevoifà…
SI VA BEH MA ALLORA, ANDARE O RESTARE?
Sono un vecchio romantico, quindi alla fin della fiera vorrei che Icardi rimanesse. Fortunatamente ho superato la fase in cui il centravanti della mia squadra dev’essere il mio modello di vita (per quello restano i terzini biondi e tedeschi e i mediani pelati e argentini). Il mio ragionamento è assai più utilitaristico e poggia su due motivazioni discretamente nerborute:
Se Icardi lo dai via adesso, lo svendi. Troverai senz’altro soggetti interessati, ma scordati i 110 bomboloni della clausola. Verosimilmente lo puoi cedere per 70, forse 80 milioni.
Che, per carità, son gran soldi e, vista l’endemica necessità di plusvalenze, sistemerebbero i numeri del bilancio dell’anno. Però di fatto incassi la metà di quel che sarebbe stato il suo valore dopo una stagione all’altezza dell’Icardi che conosciamo.
Ragioniamo coi se e coi ma, per una volta: immaginiamo un Icardi con i “soliti” 25 gol in Campionato, cui sommare la buona figura fatta in Champions (6 partite e 4 gol, di cui 2 a Tottenham e Barça). Se ricordate, uno dei leit motiv di questo inverno, con acque ancora placide, era “aumentiamo la clausola! Anzi no: togliamola del tutto chè anche ad aumentarla comunque è come appiccicargli sopra il cartellino del prezzo, e il PSG di turno arriva e te lo porta via“.
Invece siamo al “diamolo via al primo che ci casca e se lo piglia”, come fosse un Balotelli qualsiasi; peggio; come nell’intramontabile scena di Amici Miei, tutti consapevoli che “chi si prende Donatella, deve per forza prendersi tutto il blocco”. E la cosa, in termini di valutazione del giocatore, non fa il bene del venditore.
Ma siccome ci piace ragionare coi se e coi ma, ammettiamo pure che l’Atletico di turno sia disposto a pagare la cifra in questione: 75 cucuzze e ciao-ciao Icardi (dall’esempio ho volutamente lasciato fuori l’ipotesi Juve, che complicherebbe ancor di più il dilemma). A quel punto, col portafoglio bello pieno, devi andare a trovare e successivamente comprare uno che faccia lo stesso mestiere, magari con un procuratore più tranquillo.
E qui casca l’asino: dove lo trovi?
Dybala? Non scherziamo. A parte che è una seconda punta, e poi fa a gara col nostro a chi ha fatto la stagione peggiore…
Dzeko? E dovrei portarmi in casa un 34enne che, per quanto elegante e che fa giocar bene la squadra, segna meno della metà di Icardi?
Lukaku? Forte, senz’altro lo strapaghi -ammesso che il Man Utd voglia venderlo- sia in termini di cartellino che di ingaggio, e poi non sai in che modo può ambientarsi in Italia.
Zapata? Sta facendo la stagione della vita, ma se andiamo su di lui gettiamo la maschera e dichiariamo che vogliamo vivacchiare e basta.
Quindi come la si risolve?
Il film che mi sono fatto -non ci vuole un genio per capirlo- è che vedo impossibile la contemporanea permanenza sua e di Spalletti. E, posto che nessuno dei due al momento gode del massimo della mia considerazione, mi tengo l’argentino e sacrifico il toscano.
Spalletti sente da mesi aria malsana intorno a sè, con la Società ancora una volta incapace di far quadrato intorno al proprio Mister e a lasciare passare spifferi e voci senza che nessuno senta il dovere di smentire.
Non è nemmeno escluso che Lucianino, capita l’antifona, abbia detto “beh se me ne devo andare allora mi tolgo qualche sassolino dalla scarpa”: nessuno ha capito e probabilmente non sapremo mai la esatta genesi di tutto il putanoire legato alla fascia. Chi dice che il fastidio sia partito dallo spogliatoio, chi dal Mister, chi da Marotta.
Quel che è certo è che subito dopo Parma-Inter, vinta con gol di Martinez su bel movimento di Icardi, Spalletti ha abbaiato contro tutti senza nemmeno essere interrogato sull’argomento dicendo “è ora dibbbasta con ‘sta manfrina del contratto, ora la devono chiudere!” mostrando insofferenza tanto verso il giocatore quanto verso la dirigenza.
Ora: facciamo l’ultimo ricorso ai se e ai ma, e ipotizziamo che effettivamente Spalletti venga giubilato a fine stagione. Il nuovo Mister (agghiacciante o meno) arriverà in una situazione per lui nuova, e potrebbe tranquillamente dire “io non so cosa sia successo e non me ne frega niente: io so che qui c’è un numero 9 che la butta dentro come un cecchino e questo io me lo tengo!”.
Se invece è proprio la Società a voler far fuori Icardi, allora vedremo il nuovo allenatore districarsi tra frasi fatte del tipo “ho accettato perchè l’Inter ha una storia e un progetto, che va aldilà dei singoli giocatori”.
So di essere incoerente con quel che blatero di solito: sono di norma uno strenuo difensore del Mister di turno, perchè come sapete vedo nella scelta di quel tassello l’architrave della strategia societaria.
Faccio però molta fatica a preferire un addio di Icardi affinchè possa rimanere Spalletti, per un semplice motivo: la Società dà l’idea di essersi rotta le balle di entrambi. Tenere Spalletti vuol dire che non si è riusciti a prendere Conte (che piaccia o no), quindi per Spalletti vuol dire vivere una stagione da “sopportato”. Al primo pareggio stupido in casa parte la canea, matematico.
Posto che al momento l’epilogo più probabile è l’addio di entrambi (esemplificazione plastica del bambino e dell’acqua sporca buttati via, e proprio per quello paragone assai applicabile a latitudini interiste), almeno fatemi sperare di poter conservare una garanzia di gol per la prossima stagione.
Parting ways