PROVA DELLA VOLONTA’

INTER-SAMPDORIA 1-0

La citazione del titolo apre squarci di malinconia agrodolce e financo sdolcinata, ma mi accompagna ormai da qualche decennio (Mignon è partita, per gli ignoranti).

La partita con la Samp offre più di un aspetto di difficile comprensione ad un tifoso ossimorico come me, capace di pensare di poter vincerle tutte e un secondo dopo di temere anche il peggior scarpone avversario. I miei occhi vedono un’Inter capace di creare una mezza dozzina di occasionissime, di vederle divorate sistematicamente da quello che è (stato?) il nostro miglior attaccante, di perdere un pezzo fondamentale del proprio centrocampo (Hernanes), sostituito da quello che è il paracarro per antonomasia.

E proprio il succitato arnese stradale (Kuz per gli amici), dopo essersi mangiato un gol poco dopo il suo ingresso, ci regala la ciliegina della serata, facendosi azzoppare dal pur bravo Romagnoli, esiziale nella circostanza quando sgambetta l’avversario di spalle alla porta.

Icardi timbra il secondo rigore in 4 giorni (incredibbbile!!!) e la Samp conosce la parola “sconfitta” per la prima volta in stagione.

Premesso che la partita poteva tranquillamente finire con un pareggio, i nostri mi sono piaciuti forse ancor più che col Napoli. Che Palacio sbagli tutti quei gol è purtroppo possibile, visto il migliorabile stato di forma, nè mi sento di dar contro a chi da due anni ha mostrato gli unici lampi di classe di una squadra altrimenti assai modesta.

Splendidi nelle varie occasioni Hernanes e (soprattutto) Kovacic a trovare i giusti pertugi per la palla, che pareva in effetti “strumpallazza” per il Trenza, incapace com’era di ammansirla e dirigerla mansueta verso la rete avversaria.

La difesa tiene bene, con Vidic diga silenziosa (ha giocato bene, quindi nessuno ne parla), Ranocchia preciso negli anticipi e Juan Jesus potenzialmente migliore del reparto, se non fosse per un paio di disattenzioni che lasciano scappare Gabbiadini verso la porta (esemplare a riguardo l’ulltima azione del primo tempo, che poi culmina con la traversa di Duncan).

Obi a destra è adattato e non riesce a dare continuità alla sua azione, giocando sempre e solo col sinistro: lì o sei bravo a superare in partenza il tuo marcatore oppure sono cacchi amari, chè a puntarlo vai sempre e solo verso l’interno. Quello lo sa, e lì ti aspetta.

Nonostante la manciata di punti già buttati via in questa prima decina di partite, siamo comunque ancora nel gruppone di aspiranti al terzo posto: ci sono 7 squadre tra i 15 e i 16 punti, in attesa di Lazio e Verona impegnate stasera, e tutto è ancora in gioco, .

Sabato saremo su uno dei campacci infami per definizione (Parma) contro una squadra in crisi nera e come tale pericolosissima.

LE ALTRE

Il Milan sbaglia un cross e segna con Bonaventura (altro che beffardo pallonetto!), rischiando come al solito tanto in difesa, con Abbiati che si fa perdonare l’uscita a vuoto sul vantaggio di Ibarbo. Il Napoli riacciuffa la partita di Bergamo pareggiando a 5 dalla fine e sbagliando un rigore con Higuain e un gol ancor più facile con Callejon, che spara alto da zero metri (se ci prova altre 100 volte non ce la fa…). La Viola ne fa 3 all’Udinese e la Roma non ha problemi a regolare 2-0 il Cesena.

Il GiovaneAntonini fa felice tutta Italia purgando la Juve al 94′ di una partita che apprendo essere stata dominata dai gobbi. Divertente la storia dell’ex rossonero, mai andato troppo d’accordo con Allegri (eufemismo), e che con uno stop sbagliato e una scarpata a carambolare sulla tibia dell’avversario beffa il suo ex allenatore facendo felice tutta l’Italia non bianconera. Devo ammettere che, ancora sintonizzato sulla “mia” partita, avevo sentito un sussulto della folla pochi secondi prima del fischio finale, ed avevo immediatamente pensato ad una sconfitta del Milan, chè va bene essere ottimisti, ma un sifulotto bianconero proprio non me l’aspettavo.

E invece, si potrebbe dire, God pays his debts without money!

E’ COMPLOTTO

Sì perchè la Juve, come se ne avesse bisogno, ha ulteriormente cementato la sua solida reputazione di Vecchia Megéra del calcio italiano, mostrando per l’ennesima volta l’assenza di quello “stile” di cui invece si vanta -a vanvera- da sempre.

Le uscite di Andrea Agnelli e di Evelina Christillin sono state talmente fuori posto da farmi essere d’accordo rispettivamente con Ignazio La Russa e Mario Giordano.

Prova della volontà, si diceva in apertura…

Ho provato un misto di ammirazione e compassione nel sentire e vedere Mazzarri nel dopopartita. I fischi, checchè ne dica, li ha sentiti eccome, e a mio parere ha pure fatto bene a “mandarli” a fine primo tempo. Il tifoso disfattista ha sempre vita facile, ed è più che legittimo fischiare squadra e allenatore quando si fa cacare.

Non mi è parso fosse questa l’occaasione giusta per farlo: i nostri, come detto, han giocato bene, e un Palacio in versione autentica avrebbe chiuso il match ben prima del (sacrosanto) rigore concesso agli sgoccioli. Temo che l’odiata categoria dei Luoghi Comuni Maledetti abbia fatto un’altra vittima, e che quindi per definizione Mazzarri sia un incapace e faccia giocar male la squadra.

Critichiamolo quando tiene in campo tre centrali contro squadre che schierano una punta e basta, smadonniamo quando non inserisce Bonazzoli o Puscas in partite che non si sbloccano, ma non fischiamo per partito preso.

Eccheccazzo.

Il Kuz al suo meglio

Il Kuz al suo meglio

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