Dopo più di due anni di blog e dopo sei e passa di sbrodole informatiche, arrivo finalmente alla dimostrazione empirica ed incontestabile della tesi che rimugino da sempre.
Se volete leggere le stesse cose di cui ora parlerò, solo scritte meglio e da gente che fa questo di mestiere o quasi, potete abbeverare la vostra sete di conoscenza qui, qui e anche qui.
Io ci metto del mio, faccio un mischione e servo in tavola qualche polpetta sapientemente cucinata:
La mia querimoniosa litanìa dell’ è complotto, proprio perchè perdurante, ha potuto beneficiare dei vantaggi dalla pratica nel tempo. Ho così potuto constatare che la scarsa considerazione di cui la mia squadra gode presso i media non si estrinseca tanto – o solo – nella banale invenzione di notizie false, quanto invece – se non soprattutto – nell’oculata scelta del come e del quando dare certe notizie.
Nello specifico: ammesso che la sconfitta contro la Lazio abbia lasciato strascichi nello spogliatoio interista (e ci mancherebbe che non fosse così!), c’è modo e modo di riportare la notizia.
E’ per esempio molto strano il risalto dato alle inevitabili discussioni post-sconfitta, scazzi presenti in ogni gruppo di lavoro che non raggiunga l’obiettivo prefissato, figuriamoci in uno spogliatoio di calciatori, le cui capacità diplomatiche e di resilienza sono spesso inversamente proporzionali a tatuaggi e macchinoni da tabbozzo.
E del resto, tutti noi abbiamo mandato affanculo il nostro miglior amico per aver sbagliato un gol nel torneo scapoli e ammogliati, quindi figuriamoci… Qui nessuno nega l’evidenza.
Però:
i. Da questo dato di fatto si è passati in tempo zero a un tutti contro tutti, con brasiliani contro argentini (Melo-Icardi), con un inedito slavi contro sudamericani (stavolta tutti uniti in nome della caccia allo zingaro?) e con un allenatore nevrastenico pronto a saltare al collo dei suoi campioni come già più volte fatto in passato.
ii. In una situazione ben più grave, circa due mesi fa, il Capitano della Juve e della Nazionale ha sferzato i propri compagni non già nel chiuso dello spogliatoio ma davanti alle telecamere, usando espressioni quali “indegno“, “far figure da pellegrini“ “i giovani devono imparare da noi“. Senza entrare nel merito delle -più che legittime- motivazioni del cazziatone mediatico, tutti pronti ad applaudire Buffon che in sostanza sputtana i suoi compagni di squadra davanti ai media, venendo meno all’apparentemente inviolabile comandamento dei panni sporchi da lavarsi in casa.
iii. Quando ciò invece viene fatto –chè davanti a telecamere e taccuini il Mancio ha messo su la faccia da allenatore dispiaciuto più che arrabbiato- ecco che la stampa comunque viene a sapere quel che accade nell’inaccessibile tempio pagano degli eroi in braghette e spara ad alzo zero:

Emphasis added by BausciaCafè
Il tutto nello stesso giorno in cui i vertici UEFA e FIFA vengono decapitati e, ironia della sorte, appena prima che la redazione entri in sciopero, lasciando quindi la homepage immutata per 24 ore.
iv. Eccoci dunque al come e al quando dare una notizia: Buffon sacramenta in diretta TV? E’ il grande capitano che grida e non ha paura ad usare le maniere forti per il bene della squadra. L’Inter giustamente è arrabbiata per una partita persa giocando male? Lo spogliatoio è spaccato, Mancini uno psicolabile, i giocatori degli eterni viziati divisi in clan.
Same but Different, lo chiamo: la cosa è bella o brutta non in sè, ma in funzione di chi la fa.
v. Michel Platini, incensato da tutti come il grande rottamatore del calcio dei buocrati, finalmente arrivato a riconsegnare al popolo il gioco più bello del mondo, viene condannato per aver intascato 2 milioni -come se il ragazzo avesse bisogno di soli….Fa niente, giusto poche righe per dare la notizia e poi sotto coi nerazzurri, chè la Pazza Inter è un grande classico e fa vendere un sacco di copie.
E’ questo che intendo quando parlo di Luoghi Comuni Maledetti: la Juve ha stile, il Milan è una grande famiglia, l’Inter una gabbia di matti.
Con questi tre canovacci ci scrivi l’80% dei pezzi. Minime variazioni sullo spartito.
vi. Nessuno mi toglie dalla testa che, in uno spogliatoio a strisce diverse, questa cosa non sarebbe uscita. Non certo perché in altri spogliatoi non volino cristi e madonne dopo le sconfitte, anzi, ma semplicemente perchè (perlomeno fino ad oggi) si sapeva di non rischiare nulla nel rivelare le spifferate della talpa di turno. Mi direte “bravi pirla quelli dell’Inter che vanno a far la spia coi giornalisti” e sono anche d’accordo. Posto però che l’andazzo è lo stesso da decenni, è singolare che i nerazzurri siano abbonati a comprare giocatori dalla lingua lunga, con tutte le altre grandi ad avere di contro in rosa emuli delle tre scimmiette nonvedo-nonsento-nonparlo.
E’ la sindrome da Squadra Simpatttica, trattata a seconda della convenienza mediatica da grande club o da ingenua accozzaglia di parvenu(s… ci andrà la S sul plurale?).
Siamo il classico gigante dai piedi di argilla con cui si può giocare a fare i duri senza paura di conseguenze per la propria carriera.
vii. La beffa ulteriore sta nei commenti saccenti e financo bonari del giorno dopo: dopo aver creato il caso sbattendo il mostriciattolino in prima pagina, dopo aver fatto gonfiare il bubbone fino a farlo deflagrare, dopo aver preso atto delle smentite ufficiali di tecnico e società (cosa che con la precedente presidenza non sarebbe mai successa), ecco che sono gli stessi incendiari a minimizzare il tutto atteggiandosi a pompieri.
A missione compiuta, per dirla in inglese once the shit has hit the fan, eccoli fingersi le verginelle che non sono e chiedersi retoricamente “han solo perso una partita, perché fan tutto ‘sto casino?”.
Il che, se ci pensate, ci fa tornare a pie’ pari al cliché della squadra pazzerella, tanto simpatica a cui non si può non voler bene.
C.V.D.