CHIUSO PER SCHIFO

JUVENTUS-INTER 2-0

Ho atteso più del dovuto prima di scrivere dell’ennesimo scempio della mia amata squadretta, banalmente per motivi contingenti (c’avevo da lavora’) ma, volendo costruire un inesistente dramma esistenziale, perchè non trovavo parole adatte a descrivere lo sconforto provato in 90′ di nulla pneumatico.

Zero coraggio, innanzitutto: ho doverosamente sfanculato l’Alciato di turno che prima del fischio d’inizio farneticava di occhi juventini feroci e determinatissimi, in contrapposizione a sguardi apparentemente assenti dei nerazzurri. Ho dovuto però mordermi la lingua e dargli ragione poco dopo, vedendo il nostro predominio iniziale sfiorare i tre minuti di durata, prima di appassire sotto il pressing coriaceo -ma niente più di questo- dei nostri avversari.

Cara Inter, mi hai fatto essere d’accordo con Alciato nel pre-partita e con Massimo Mauro nel dopo-gara (“questa è un’accozzaglia di giocatori che non ha idea di come stare in campo“): hai capito quanto stai messa male?

Avevo addirittura sperato nella serata di grazia, dopo la traversa susseguente all’inevitabile tiro velenoso del velenosissimo ex Hernanes: partito il sinistro ho pensato “è gol, #proprioluincredibile“, e invece Samirone c’era arrivato con la falangetta e il legno ci aveva salvato.

Ai limiti dell’incredibilità, avevamo costruito una (una, non ci allarghiamo) palla gol con il sempre più scintillante Palacio -che però, poveretto, predica nel deserto- a servire Icardi prontamente andato in confusione con una mezza mossa di Barzagli.

Onestamente, il primo tempo non ha detto molto altro. Per un interista viscerale e malmostoso come me non è accettabile giocare una partita contro Juve o Milan senza sputare sangue e dare l’anima, ma per lo meno la prestazione è stata da sufficienza stiracchiata.

Eccola nella ripresa, allora, l’Inter simpatttica: pronti via e D’Ambrosio ci fa rimangiare i complimenti -invero alquanto tiepidi- ricevuti dopo l’ultima partita fornendo il più inaspettato degli assist a Bonucci che spara al volo di destro. Handanovic è più sorpreso che incolpevole (Cristo, almeno le braccia alzale…) e il frittatone è cosa fatta.

Col gol arriva la granitica convinzione che potremmo stare lì fino a Natale e non riusciremmo non dico a pareggiare, ma nemmeno a tirare in porta. E infatti i nostri ruminano calcio a due all’ora, col Mancio -forse sotto shock per la pochezza dimostrata dai suoi- paralizzato nei cambi fino a metà ripresa, allorquando inizia ad ammassare punte e mezze punte là davanti, sperando che qualcosa accada.

E qualcosa infatti succede: Morata si invola in contropiede e Miranda impiega qualche secondo a capire che no, non c’è un suo compagno in ripiegamento a contrastare l’avversario e che , tocca proprio a lui fermarlo.

La cosa pare anche riuscire, visto che i due in area si scontrano -ruzzone sospetto dello juventino ma poca roba…- per poi ritrovarsi entrambi spalle alla porta. Il brasiliano a quel punto sbaglia, tentando di prendere palla ma colpendo inequivocabilmente la zampa di Morata.

Il rigore a quel punto è inevitabile, e quindi sono pure d’accordo con Rocchi (e con questo ho detto tutto).

Quando piove diluvia, e anche il fluido magico di Handa sui rigori pare esaurito; 2-0 e tutti a casa, non prima di aver impegnato Buffon con mezzo miracolo su tiro del neo-entrato Eder, minuti di recupero o giù di lì.

PSICODRAMMA COLLETTIVO (CON PUNTE DI AUTOLESIONISMO)

Essendo in colpevole ritardo, le analisi a consuntivo potete leggerle da gente che prima e meglio di me ha spiegato come si senta un interista dopo una partita del genere, con la prospettiva dell’ennesima stagione all’insegna del “sì ma l’anno prossimo…“.

Qui aggiungo solo che, per una volta, mi associo al commento da tifoso del Signor Massimo, quando dice che contro quelli là il minimo che uno si aspetta è uscirne con qualche ammaccatura: il che vuol dire menare, rendergli la vita impossibile, anche solo per il gusto di rompergli i coglioni, ma non arrendersi senza neanche provarci.

Quello proprio mai.

Che il Mancio sia in difficoltà è palese. che sia poco incline al “rimbocchiamoci le maniche e sporchiamoci le mani tutti insiemepure.

Che ne sarà di noi?

Non ne ho francamente idea. E’ ovvio che abbia concordato con tutto quanto detto da Ausilio nel dopogara (“sono incazzato nero” “gente che scivola, gente che non dà tutto…“), ma celebrata la doverosa pars destruens manca drammaticamente un piano per uscire da questo troiaio.

Chi vivrà vedrà.

LE ALTRE

Napoli e Fiorentina pareggiano, facendoci però vedere cosa voglia dire giocare a pallone. Modi diversi, ma ugualmente efficaci. Soprattutto, due squadre che danno l’idea di cosa fare su un cazzo di campo di calcio.

Il Milan batte il Toro con mezzo tiro in porta, continuando con quel mefitico vento in poppa capace di portarli in finale di Coppa Italia dopo aver incontrato squadre di B e C e trovandosi nell’impensabile posizione di potersi giocare due trofei (Coppa Italia e Supercoppa Italiana) con il classico culo dei cugini.

La Roma vince ancora ed è lanciatissima verso quel terzo posto che i nostri, anche quest’anno, guarderanno col cannocchiale. Ora, i prossimi due mesi saranno dedicati allo smargheritamento del “meglio non qualificarsi nemmeno per l’Europa League oppure giocarsela?“.

Ragazzi, avete rotto i coglioni!

E’ COMPLOTTO

Di roba ce ne sarebbe anche, non legata al contingente quanto a possibili scenari catastrofici previsti da tutti e poi smentiti da pochi.

Mi pare però “indelicato” scriverne dopo un tale scempio.

Ci saranno (spero!) altre occasioni.

WEST HAM

Qui in compenso le cose continuano ad andar benino. Altra vittoria contro il Sunderland e classifica che somiglia sempre di più a quella interista.

juv int 2015 2016

Com’era?  Ah sì: “Che ce frega de Pogba, noi c’avemo Kondogbia“. Fortunelli noi…

E’ COMPLOTTO: TESI E DIMOSTRAZIONE

Dopo più di due anni di blog e dopo sei e passa di sbrodole informatiche, arrivo finalmente alla dimostrazione empirica ed incontestabile della tesi che rimugino da sempre.

Se volete leggere le stesse cose di cui ora parlerò, solo scritte meglio e da gente che fa questo di mestiere o quasi, potete abbeverare la vostra sete di conoscenza qui, qui e anche qui.

Io ci metto del mio, faccio un mischione e servo in tavola qualche polpetta sapientemente cucinata:

La mia querimoniosa litanìa dell’ è complotto, proprio perchè perdurante, ha potuto beneficiare dei vantaggi dalla pratica nel tempo. Ho così potuto constatare che la scarsa considerazione di cui la mia squadra gode presso i media non si estrinseca tanto – o solo – nella banale invenzione di notizie false, quanto invece – se non soprattutto – nell’oculata scelta del come e del quando dare certe notizie.

Nello specifico: ammesso che la sconfitta contro la Lazio abbia lasciato strascichi nello spogliatoio interista (e ci mancherebbe che non fosse così!), c’è modo e modo di riportare la notizia.

E’ per esempio molto strano il risalto dato alle inevitabili discussioni post-sconfitta, scazzi presenti in ogni gruppo di lavoro che non raggiunga l’obiettivo prefissato, figuriamoci in uno spogliatoio di calciatori, le cui capacità diplomatiche e di resilienza sono spesso inversamente proporzionali a tatuaggi e macchinoni da tabbozzo.

E del resto, tutti noi abbiamo mandato affanculo il nostro miglior amico per aver sbagliato un gol nel torneo scapoli e ammogliati, quindi figuriamoci… Qui nessuno nega l’evidenza.

Però:

i. Da questo dato di fatto si è passati in tempo zero a un tutti contro tutti, con brasiliani contro argentini (Melo-Icardi), con un inedito slavi contro sudamericani (stavolta tutti uniti in nome della caccia allo zingaro?) e con un allenatore nevrastenico pronto a saltare al collo dei suoi campioni come già più volte fatto in passato.

ii. In una situazione ben più grave, circa due mesi fa, il Capitano della Juve e della Nazionale ha sferzato i propri compagni non già nel chiuso dello spogliatoio ma davanti alle telecamere, usando espressioni quali indegno“, “far figure da pellegrinii giovani devono imparare da noi“.  Senza entrare nel merito delle -più che legittime- motivazioni del cazziatone mediatico, tutti pronti ad applaudire Buffon che in sostanza sputtana i suoi compagni di squadra davanti ai media, venendo meno all’apparentemente inviolabile comandamento dei panni sporchi da lavarsi in casa.

iii. Quando ciò invece viene fatto –chè davanti a telecamere e taccuini il Mancio ha messo su la faccia da allenatore dispiaciuto più che arrabbiato- ecco che la stampa comunque viene a sapere quel che accade nell’inaccessibile tempio pagano degli eroi in braghette e spara ad alzo zero:

Gazza Crisi Inter 21 dic 2015

Emphasis added by BausciaCafè

Il tutto nello stesso giorno in cui i vertici UEFA e FIFA vengono decapitati e, ironia della sorte, appena prima che la redazione entri in sciopero, lasciando quindi la homepage immutata per 24 ore.

iv. Eccoci dunque al come e al quando dare una notizia: Buffon sacramenta in diretta TV? E’ il grande capitano che grida e non ha paura ad usare le maniere forti per il bene della squadra. L’Inter giustamente è arrabbiata per una partita persa giocando male? Lo spogliatoio è spaccato, Mancini uno psicolabile, i giocatori degli eterni viziati divisi in clan.

Same but Different, lo chiamo: la cosa è bella o brutta non in sè, ma in funzione di chi la fa.

v. Michel Platini, incensato da tutti come il grande rottamatore del calcio dei buocrati, finalmente arrivato a riconsegnare al popolo il gioco più bello del mondo, viene condannato per aver intascato 2 milioni -come se il ragazzo avesse bisogno di soli….Fa niente, giusto poche righe per dare la notizia e poi sotto coi nerazzurri, chè la Pazza Inter è un grande classico e fa vendere un sacco di copie.

E’ questo che intendo quando parlo di Luoghi Comuni Maledetti: la Juve ha stile, il Milan è una grande famiglia, l’Inter una gabbia di matti.

Con questi tre canovacci ci scrivi l’80% dei pezzi. Minime variazioni sullo spartito.

vi. Nessuno mi toglie dalla testa che, in uno spogliatoio a strisce diverse, questa cosa non sarebbe uscita. Non certo perché in altri spogliatoi non volino cristi e madonne dopo le sconfitte, anzi, ma semplicemente perchè (perlomeno fino ad oggi) si sapeva di non rischiare nulla nel rivelare le spifferate della talpa di turno. Mi direte “bravi pirla quelli dell’Inter che vanno a far la spia coi giornalisti” e sono anche d’accordo. Posto però che l’andazzo è lo stesso da decenni, è singolare che i nerazzurri siano abbonati a comprare giocatori dalla lingua lunga, con tutte le altre grandi ad avere di contro in rosa emuli delle tre scimmiette nonvedo-nonsento-nonparlo.

E’ la sindrome da Squadra Simpatttica, trattata a seconda della convenienza mediatica da grande club o da ingenua accozzaglia di parvenu(s… ci andrà la S sul plurale?).

Siamo il classico gigante dai piedi di argilla con cui si può giocare a fare i duri senza paura di conseguenze per la propria carriera.

vii. La beffa ulteriore sta nei commenti saccenti e financo bonari del giorno dopo: dopo aver creato il caso sbattendo il mostriciattolino in prima pagina, dopo aver fatto gonfiare il bubbone fino a farlo deflagrare, dopo aver preso atto delle smentite ufficiali di tecnico e società (cosa che con la precedente presidenza non sarebbe mai successa), ecco che sono gli stessi incendiari a minimizzare il tutto atteggiandosi a pompieri.

A missione compiuta, per dirla in inglese once the shit has hit the fan, eccoli fingersi le verginelle che non sono e chiedersi retoricamente “han solo perso una partita, perché fan tutto ‘sto casino?”.

Il che, se ci pensate, ci fa tornare a pie’ pari al cliché della squadra pazzerella, tanto simpatica a cui non si può non voler bene.

C.V.D.