EMPOLI-INTER 0-1
Torniamo alla graditissima efficienza degna del miglior processo toyotista, capitalizzando la sola vera occasione da gol creata in 90′.
Icardi si scrolla di dosso gli ultimi rimasugli di “crisi” infilando il quinto sifulotto in altrettante partite. Ljajic e Perisic alternano ottimi spunti a pause che contribuiscono a mantenere vivo lo stereotipo dello slavo talentuoso ma scostante e indolente. In mezzo Medel fa il suo, così come Brozovic, mentre Kondogbia palesa quel che ad oggi continua ad essere il suo peggiore difetto: la mancanza di carattere. Il francese perde palle facili in costruzione, e pare nascondersi per troppi attmi del match invece che chiedere il pallone, anche a costo di fare pasticci stile Guarin.
Dopo più di qualche mese, il giudizio mi pare fondato e, ahimè, il difetto di quelli difficili da estirpare, chè di solito il carisma o ce l’hai o è difficile fartelo venire.
Chi vivrà vedrà. Per il momento, la testa della classifica mi pare una cadrega sufficientemente comoda per poterci riflettere.
Tornando alla partita, posso ammettere senza nessun tipo di problema che l’Empoli non meritava la sconfitta, e perfino che l’arbitro ci ha aiutato eccome in occasione del contatto Murillo-Pucciarelli. Non dimentico però che il succitato attaccante toscano, insieme al maledettissimo Maccarone e il nanerottolo Mario Rui, ha passato 90′ a fare la biscia impazzita collezionando punizioni e causando ammonizioni dei nostri in serie. Motivo per cui non tengo conto della -pericolosissima- trattenuta di Miranda ai danni ancora di Pucciarelli, essendo questa avvenuta sugli sviluppi di una punizione furbescamente sgraffignata da Maccarone.
I nostri, come già accennato, si vedono per un quarto d’ora a cavallo dei due tempi. Il gol nel recupero del primo tempo è una manna per noi e una mazzata per loro e l’inizio della ripresa pare confermare questo mood.
Il mood è però una illusion, visto che i nostri si spengono dopo una bellissima e velocissima azione putroppo non finalizzata a dovere da Perisic e -poco dopo- con un destro a giro di Brozovic nemmeno lontano parente dei due gol gemelli delle ultime settimane.
Da lì in poi l’Empoli galleggia nella nostra trequarti, senza nemmeno creare chissà cosa, con l’eccezione del già ricordato rigore reclamato dai toscani.
Gli ultimi minuti ci danno ulteriore e non richiesta conferma del fatto che è assai meglio avere in campo giocatori fuori forma o addirittura timorosi (vedi Kondogbia) quando chi li deve sostituire per tener botta e gestire il cronometro cerca la porta da 50 metri senza nemmeno essere Recoba (vero Guarin?). Stesso discorso per Juan Jesus, che entra negli ultimi minuti per rafforzare una retroguardia stranamente deficitaria in Murillo e che di contro dispensa palle perse e minchiate in serie manco fosse un revival della scorsa stagione.
Morale: un altro -cazzo di- 1a0 che in tempi come questi (in times like these, omaggio del titolo agli amatissimi Foo Fighters) va benissimo.
In attesa di un centrocampo migliore, soprattutto a livello neuronale, e sperando che la buona stella di Icardi continui a brillare come nell’ultimo mese.
LE ALTRE
I nostri rivali attualmente più pericolosi vincono tutti: la Juve non ha problemi contro la peggior squadra del momento (non me ne vorrà il Verona di Clouseau Del Neri), mentre Viola e Napoli devono faticare un poco di più per regolare Palermo e Toro.
La Roma non riesce a battere il Chievo a Verona, continuando l’andamento lento già ballato più volte in questo girone d’andata, in una partita che ha l’immenso merito di farci capire quanto utile possa essere la tecnologia applicata al calcio. Nella fattispecie, la punizione di Pepe non sembrava gol nemmeno a lui, eppure, tempo 10 secondi, la cosa è chiara e pacifica per tutti, romanisti compresi. In culo alla favola dell’errore dell’arbitro che va accettato e alla fine fa parte dello spettacolo perchè sbaglia come sbagliano i giocatori.
Il Milan non gioca nemmeno peggio di altre volte, ma ha il torto irreparabile di non capitalizzare le tre-quattro palle gol che gli capitano.
Il Bologna del dignitosissimo e orgogliosissimo Donadoni non ha il senso dell’umorismo e a 10 minuti dalla fine piazza il colpaccio con Giaccherini.
Fin troppo prevedibile il flop casalingo della Lazio col Carpi, con gli aquilotti a tornare nella loro mediocrità dopo l’inevitabile colpo contro i nostri resuscita-morti. Spazio per parolaccia a piacere.
E’ COMPLOTTO
Facile ma inevitabile porre l’accento sull’acredine mostrata da tutti o quasi i commentatori all’Inter, che continua imperterrita a bivaccare (testuale) in testa alla classifica. Posto che sia legittimo preferire una delle altre tre pretendenti al titolo rispetto ai nostri, compito di un cronista o commentatore sportivo che parli senza preconcetti dovrebbe essere quello di sottolineare pregi e difetti di tutte le squadre coinvolte e non di identificare ogni avversaria dei nerazzurri quale squadra “con il gioco migliore del Campionato” (ultima in ordine di apparizione: l’Empoli, ma da domani sarà già il Sassuolo).
Come funziona invece ormai lo sappiamo: quando i nostri steccano parte il pandemonio, come visto nel dopo-Lazio. Quando invece si vince, è comunque un successo immeritato, con Icardi che segna 8 gol con soli 12 tiri in porta quasi roba di cui vergognarsi (l’avesse Dybala una statistica simile lo proporrebbero come prossimo Papa…).
Aggiungete a tutto ciò la simpatica coincidenza di voler inquadrare Jovetic imbacuccato in panchina subito dopo il gol di Maurito, tanto per far capire che la maretta in spogliatoio è tutt’altro che placata (menomale, iniziavo a preoccuparmi).
La pervicacia con cui i vari Caressa chiedono a tutti “quale sia la vera classifica“, dando per scontato che quella reale non vada bene, non fa che confermare quando vado dicendo.
I tweet di Varriale lasciano il tempo che trovano, ma confermano il vigliacco coraggio con cui ci si permette di esternare il proprio sdegno nei -rari- casi in cui gli errori sono a nostro vantaggio, derubricando il tutto a “cose che succedono” quando invece -e ben più spesso- le sviste avvantaggiano altri colori. La cosa vale ovviamente per la stampa, ma anche per gli addetti ai lavori, muti davanti a scempi simili e più che loquaci in altri casi.
Infine, piccolo inciso sul Milan e su quella trasmissionaccia che normalmente è QSVS su Telelombardia, sulla quale sono inciampato per caso (o sbaglio, fate voi…): ebbene, la trasmissione del “viaconlondamorettisiamosubitodavoiprontiainterrompereincasodigolgrazie” è stata l’unica tra quelle che ho seguito a intavolare un discorso serio e complessivo sul Milan e sulla pagliacciata che è (o che è sempre stata) la comunicazione dei Meravigliuosi, a furia di “siamo una rosa da almeno terzo posto“, “ho speso 150 milioni” “a giorni chiudiamo con Mr B per 500 milioni”.
L’inciso tra parentesi “(o che è sempre stata)” è per palati fini, o paranoici come il sottoscritto, ma la sostanza non cambia: il Milan ha costruito la sua storia sulla mistificazione e la creazioni di falsi miti (torno al discorso della one best way per giocare bene e vincere, il blocco di italiani, gli allenatori che devono per forza essere stati bandiere del club da calciatori, siamo tutti una grande famiglia…). La salutare differenza è che l’assenza di vittorie, e la fine della storia(ccia) politica del loro Presidente ha finalmente fatto crollare quella patina di subalternità dei media, che per decenni non si sono fatti problemi nel bersi favole della buonanotte, statistiche accomodate alla bisogna e tanti luoghi comuni maledetti manco fossero verità rivelate dall’oracolo in cravatta gialla.
Grave ma non seria la considerazione fatta dal succitato Club di latinisti presenti in trasmissione e cioè: a Berlusconi tanti avrebbero detto
“occhio a raccontar balle alla gente: finchè lo fai in politica, se ne dimenticano in cinque minuti, ma se lo fai col calcio se lo ricordano ad anni di distanza”.
Degno specchio di un Paese cerebralmente malato, e pure orgoglioso di esserlo…
WEST HAM
Tornano i nostri campioni, e tornano pure le vittorie; dopo il fortunoso 2-1 contro il Southampton, battiamo 2-0 il Liverpool ricevendo i complimenti del loro allenatore e superandoli in classifica.

Manco si fossero messi in posa… in ordine di altezza e quello grosso di spalle a abbracciarli tutti. Che ci sia lo zampino del coreografo di X Factor?