Pervicace e ormai non più degna di essere menzionata la tendenza di -quasi- tutto il mondo sportivo a voler equiparare le situazioni di Inter e Milan, in ottica FPF ma non solo.
Capocordata stavolta non è il memorabile Geometra Calboni, bensì il fido Alciato, che a Sky Sport 24 del 7 Gennaio pre cena, dipinge Milan e Inter come ugualmente impantanate da lacci e lacciuoli burocratico / amministrativi.
Il fatto che l’Inter rispetto al Milan abbia 8 punti in più in classifica, abbia già disputato il girone di Champions con quarantina di milioni di ricavi annessi, abbia una rosa decisamente migliore di quella rossonera e, soprattutto, sia all’ultima curva di un gran premio durato 6 anni e mille curve, era ovviamente inopportuno farlo presente.
Il fatto che il Milan non sappia ancora di che morte deve morire – espressione che solitamente odio ma che qui pare calzante- è ovviamente un dettaglio su cui non è il caso di indugiare.
Del resto i cugini sono stati sbandierati come a un passo dai vari Ibra, Fabregas e Muriel, tutti puntualmente rimasti alla base o migrati su altri lidi. E’ arrivato Paquetà per 35 milioni + altri 10 di bonus nel caso in cui fosse buono: cosa possibile, essendo stato trovato da Leonardo che scovò Kakà e Pato ai tempi, ma in ogni caso investimento assai pesante, ancor di più a Gennaio, ancor di più con l’UEFA che ti conta anche le sigarette che fumi.
Le poche cose sensate a riguardo le ho sentite da Bellinazzo e Condò: il primo ha spiegato come in realtà l’UEFA abbia comminato al Milan una “non sanzione“, limitandosi al momento a dire che nel 2021 il bilancio dovrà essere in pari, senza fissare parametri intermedi nel triennio (come invece fatto con l’Inter che ogni estate “doveva vendere Icardi”), ma non avendo di contro ancora esaminato la stagione 2017/2018, quella dei 150 milioni di acquisti estivi sostanzialmente buttati nel cesso (solo un punto in più rispetto alla stagione precedente, Europa League raggiunta, poi tolta e poi ridata in sede giudiziale, a scanso di equivoci buttata nel cesso sul campo nella fase a gironi).
Condò è invece tornato sulle pur condivisibili parole di Zvonimir Boban, ora in FIFA, che auspicava un minor rigore, o se preferite un maggior raggio d’azione, per le Società economicamente in difficoltà ma disposte ad investire per far crescere le proprie squadre.
Zorro è inciampato anche lui nel fallace più che facile parallelismo tra le due milanesi e Condò, tra il serio e il faceto, ha chiosato dicendo “Boban parla adesso che è coinvolto il Milan, ma nessuno faceva questi discorsi quando Inter e Roma hanno dovuto fare le nozze coi fichi secchi per un lustro e più”.
Considerazioni da tifosotto dozzinale quale sono, e forse per questo assolutamente condivisibili!
Oltre ai vari Alciato di turno, non poteva certo mancare Fabrizio Bocca di Repubblica a provare a mettere insieme diavolo e acqua santa (a voi capire chi è chi tra Inter e Milan, ma questa è facile).
Bocca di rosa, oltre che di Same but Different, è però fine conoscitore anche di Luoghi Comuni Maledetti: eccolo quindi indugiare nel solito giochetto delle età, attribuendo 32 anni al non ancora nerazzurro Godin (ne compirà in effetti 33 solo il 16 Febbraio) ma portandosi avanti e dandone già 26 a Icardi, che gli anni li compie il 19 Febbraio, ma che col simpatttico fuso orario ad orologeria probabilmente li ha già compiuti a sua insaputa.
Che Godin stia tranquillo, in ogni caso: se davvero dovesse arrivare in estate, verrà automaticamente promosso sul campo ad “ormai trentaquattrenne”.

Caramelle sul Milan? C’è!
Mischiare merda e cioccolato? C’è!
Dati anagrafici ad muzzum? C’è!