ATALANTA-INTER 2-1
Come si può provare odio e disprezzo per qualcosa che non si è nemmeno visto?
Si può. Se sei interista, si può.
E’ tanto autoconsolatorio quanto inutile darsi ragione da soli ma, da quel che leggo, due tra i miei sfavoriti -De Boer e Santon- paiono essere i maggiori imputati di questa ennesima sconfitta (ennesima stagionale, ennesima con l’Atalanta, ennesima con Gasperini. Mortacci vostri).
E del resto mica serve un veggente per capire che non si entra a scivolone all’88’ in area con zero possibilità di prendere la palla. Vero bambino butterato dei miei coglioni? Ti eri giocato il jolly giovedì in Coppa azzeccando il primo cross di sinistro della tua vita (che poi, cross… un piattone lento e rasoterra che solo il mancino a voragine di Candreva aveva nobilitato a rango di “assist”), eri inevitabilmente destinato a tornare nella tua inutile -o peggio pericolosa- mediocrità.
Della partita non parlo, più per carità cristiana che per onestà intellettuale. Posso dire che a nulla è valso il siluro da 30 metri di Eder (…e anche per questa stagione il gol l’ha fatto) se prima facciamo segnare lo scommettitore seriale Masiello, e che a quasi nulla serve rammaricarsi per il gol annullato a Icardi tra molti dubbi (e te pareva…) se poco prima buttiamo nel cesso la partita come appena descritto.
Quanto a Franchino de Boer, leggo con una certa perplessità crtiche che paiono tra loro antitetiche: Zio Bergomi dice che l’olandese è sostanzialmente troppo integralista e per nulla incline al compromesso e alla condivisione delle sue idee con la società, mentre da altre fonti -parimenti autorevoli ancorchè più partigiane- lo si descrive come in balìa di dubbi tattici che in buona sostanza lo portano a sbagliare senza nemmeno perseguire il proprio disegno, cercando un adattamento al calcio italiano decisamente non nelle sue corde.
Com’è come non è, siamo tredicesimi, a 10 punti dalla Juve e a 8 dal Milan (cosa che personalmente mi fa ancora più incainare).
Dovremmo essere abituati alla situazione di barca alla deriva nel mare in tempesta, crisi, allenatore che rischia, la solita mezza dozzina di sciacalli pronti a accomodarsi sulla panchina, il ritrito leit motiv della società assente e incompetente. Tutto già visto, insomma.
Eppure, anche cervelli avvezzi a simili troiai stentano a comprendere come la squadra che ha battuto la Juve e comunque giocato alla pari con la Roma sia incapace di fare un punto contro Cagliari e Atalanta, smarrendo le non poche qualità mostrate e tornando a palesare la miseria tattica e strategica cui ci siamo purtroppo assuefatti nell’ultimo lustro.
Gli ineccepibili soloni riescono a vedere nella pur sciagurata topica di Santon la metafora di tutto il mondo nerazzurro, come se il nostro terzino fosse stato precisamente istruito da Thohir, Zhang, Bolingbroke, Ausilio, Gardini e Zanetti di entrare così in scivolone alla cazzo di cane.
Altri, con pari saccenza, individuano il vero colpevole in Thohir, mente malata tanto nella scelta di De Boer quanto nel suo possibile/probabile affossamento. Il che, se ci pensate, è una contraddizione in termini. O il cicciobello era minchione quando ha scelto l’olandese, o è minchione adesso a volerlo giubilare dopo due mesi di lavoro. Mi pare che una cosa necessariamente escluda l’altra.
Ma non se si parla di Inter: in quel caso, #moriremotutti.
Io come la penso? Dài che non state più nella pelle, dite la verità…
No? Sticazzi, ve lo dico lo stesso.
Io dopo questi tre minuti preparerei oggi stesso un contratto per Leonardo. Ma non come allenatore eh? Come Direttore Generale, CEO, AD, capodelmondo… Insomma che sia lui il famigerato uomo forte di Suning e aiuti questa accozzaglia malassortita ad avere una direzione unica e precisa.
Per la panchina, sono stanco di dover dire la stessa cosa: non avrei cambiato Stramaccioni, non avrei cambiato nemmeno Mazzarri (pensa un po’…), chiaramente non avrei cambiato il Mancio, figuriamoci se cambierei adesso De Boer. Non l’avrei fatto arrivare quest’estate (avrei preso a schiaffoni Ciuffolo tipo Batman con Robin nel famoso meme dicendogli “mobbasta e allena ‘sta squadra!“). Ma cambiare ancora ci farebbe sparigliare per l’ennesima volta il mazzo, gettando il mondo-Inter per l’ennesima volta in pasto a tutti. E “tutti” avrebbero ragione a prescindere, chè di colpe ce n’è da distribuire generosamente a tutti i livelli.
Quindi, seguendo la logica nerazzurra (solo apparentemente contorta, in realtà perfettamente controintuitiva), verrà cacciato a brevissimo in favore di un cazzo di Pioli, Guidolin o Mandorlini per l’ennesimo semestre buttato nel cesso, in attesa del salvatore della patria (Simeone) il quale, visto l’andazzo, si guarderà bene dall’infilarsi in questo budello fetente rischiando la faccia.
LE ALTRE
La partita del male assoluto, come spesso accade, finisce con il risultato a noi meno favorevole: posto che la Juve non è alla nostra portata sulle 38 partite, speravo che i Gobbi quantomeno rallentassero la Meravigliuosa marcia del Milan-giuovane-e-italiano che già mi fa salire il latte alle ginocchia.
La sola goduria è vedere i bianconeri derubati di un gol regolare, oltretutto a due minuti buoni dall’assegnazione dello stesso. Che servano dei ladri per rubare ai ladri è un fatto assodato, e la partita di sabato non fa eccezione.
Come spesso accade non sono riuscito a vederla per intero, visto che non riesco a tifare contro a due squadre contemporaneamente, e poi quel che voglio vedere non succede mai: uno 0-0 con morti e feriti, espulsi e maxisqualifiche, avendo ormai abbandonato le inconfessate speranza jihadiste.
Devo solo ammettere che vedere Agnelli e Nedved dimenarsi in tribuna per lo smacco subìto è stato uno spettaolo gradevolissimo, con i due graduati bianconeri a non capacitarsi di come un arbitro potesse sbagliare a loro sfavore.
E difatti, nel dopopartita, tutta la squadra è andata (in maniea “cortese“, ci tiene a precisare la Gazza) a chiedere lumi a Rizzoli.
Unanime, sui giornali del giorno dopo, il rimpianto di non avere già il sistema V.A.R. a disposizione che -quello sì- avrebbe chiarito il tutto in pochi secondi evitando quella figuraccia di tutta la sestina arbitrale.
Si vede che si erano dimenticati la favoletta della poesia del calcio e dell’errore umano che genera torti e favori che-comunque-a-fine-anno-si-compensano.
WEST HAM
Vinciamo ancora (almeno oltremanica le cose iniziano timidamente a girare): 1-0 in extremis in casa contro il Sunderland ultimo in classifica con gloriosa capocciata di Winston Reid che ci eleva fino al 15° posto. Ottime probabilità di superare l’Inter a breve!

Ecco, pure io…
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