IL GIORNO DELLA MARMOTTA

SAMPDORIA-INTER 1-0

L’Inter del Mancio, e cioè quella delgli ultmi 4 mesi, sta sostanzialmente giocando la stessa partita da una dozzina di gare. A parte scempi episodici, i ragazzi giochicchiano benino, infarcendo buone mezz’ore con errori da principianti ed episodiche azioni trascendentali a fasi alterne. Il tutto però dice che la squadra, con la nuova tinta di capelli, ha una media punti assai inferiore a quella labronica, e che l’Europa è definitivamente sfuggita di mano nel giro di 4 giorni.

La remuntada europea de ‘sto par de ciufoli non è arrivata per motivi ormai noti e da me purtroppo anche vaticinati: non solo non siamo riusciti a tenere la porta inviolata (eggiàlosapevo), ma abbiamo sbagliato 4 o 5 palle gol che hanno bloccato il sogno ancor prima di addormentarci.

A cavallo della partitella infrasettimanale contro i maggioloni, infiliamo un pareggio in casa contro il Cesena e una sconfitta a Genova. Detto che entrambe le partite avrebbero potuto finire diversamente (la volta scorsa col gol di Icardi annullato ingiustamente, ieri con un paio di abbracci molto affettuosi in area allo stesso -ex- twittatore pubalgico), gli ultimi sette giorni ci danno la dimensione -drammaticamente reale- della nostra statura.

La difesa con Vidic e Ranocchia mi è parsa più solida (non che ci volesse molto), se non altro perchè JJ viene spostato sulla fascia sinistra a sciorinare il proprio genio calcistico e dietro si aprono meno voragini. Che poi il brasiliano non sia un fenomeno ad arare la linea mancina non può essere una colpa, e comunque è più presentabile dell’ultimo Campagnaro visto inazione (scritto volutamente tutto attaccato).

Il primo tempo scivola via con un paio di spaventi provocati da Eder e soprattutto Muriel, ma per fortuna i nostri avversari fanno bene le cose difficili e male quelle facili. Nemmen loro sono ermetici dietro, e quindi un paio di incursioni le fanno anche i nostri, nonostante il nulla nuovamente offerto da Podolski, partito titolare per concedere mezza giornata di ferie allo spremutissimo Palacio.

La ripresa inizia quasi alla perfezione, con 10 minuti di pressing asfissiante ed occasioni in serie per i nostri. Siccome noi un po’ di culo mai, il destro di Icardi da posizione defilata bacio l’incrocio dei pali e poi esce, dandoci l’ennesima conferma che lassù -ammesso che ci sia qualcuno- nessuno ci ama.

Poco dopo infatti una punizia da quasi 30 metri trova Eder e il suo esterno destro baciare l’altro palo e ovviamente gonfiare la rete. Gran gol, con noi tutti fenomeni, ma nemmen questo è una novità.

Succede poco altro in realtà. I nostri subiscono il colpo e, nonostante l’ingresso del Trenza per Brozovic -tardivo, cazzo!- non cambia più nulla.

L’allievo Sinisa supera il Maestro Mancio, e la Samp si ritrova lanciatissima al quarto posto, alla faccia di quelli che “danno via Gabbiadini per prendere Eto’o, questi non capiscono un tubo” (vero MassimoMauro?)

LE ALTRE

Continua a vincere la Juve, che batte il Genoa con un golazo di Tevez. Vincono entrambe le romane, mentre Viola e Napoli impattano risentendo forse delle fatiche di coppa. Il Milan beneficia del 9° rigore della stagione, forse il più scandaloso di tutto il campionato e parente stretto di quello fischiato a Boniek nella tragica notte dell’Heysel.

La classifica ad ogni modo pare delinearsi, con le due romane a giocarsi gli altri due posti Champions e Napoli, Samp e Viola a trastullarsi sul vagone dell’Europa League.

A scanso di equivoci, in caso di inopinati ritardi di uno o più dei passeggeri succitati, prima di noi in lista d’attesa ci sono Toro, Milan (Cristo, pure loro!) Genoa (pari punti con noi ma deve recuperare la partita col Parma).

Rimaniamo a sventolare il fazzolettino bianco sul binario e salutiamo i nostri avversari dal finestrino, senza nemmeno la forza di augurare buon viaggio come si dovrebbe:

stazione amici miei

Buon viaggio signore!

E’ COMPLOTTO

Qualcosina c’è ma è per palati fini o paranoici, come preferite.

Inizio dalla cosa che più mi ha fatto incazzare in settimana: cercando in rete conferma della diretta TV su Mediaset della partita dell’Inter, vedo in effetti che la sgambata infrasettimanale veniva così pubblicizzata:

cartello inter wolfsburgChe c’è di strano? Che quello stemma dell’Inter è vecchio di un buon quindicennio, e che la cosa non può essere stata fatta involontariamente. Stiamo pur sempre parlando dell’azienda del signore che ha fatto dell’immagine la sua unica divinità, e che costringeva la sua squadra a scendere in campo con bugie conclamate (“squadra più titolata al mondo”) e con una scorza d’arancia stilizzata come stemma. Ben consapevoli dell’importanza del brand, hanno “casualmente” utilizzato quello sbagliato.

Morale: siamo usciti per colpa loro!

Ma non è finita qui:

Sono il primo a dire e scrivere che siamo poca cosa, e che la mezza classifica rispecchia alla perfezione il nostro reale valore, ma ciò non mi pare essere un valido motivo per (tornare a) tacere di fronte ai torti subiti. Aver ricavato tre punti in più nelle ultime due giornate non avrebbe cambiato la nostra stagione, ma ci avrebbe per lo meno fatto scalare qualche posizione nella summenzionata lista in attesa di un simil-Caronte che potesse traghettarci fuori dall’inferno.

Invece, pare prevalere il bon ton, il senso dell’opportunità o semplicemente la buona creanza, alla quale per una volta mi ribello. Chi ha l’insana pazienza di seguirmi sa che sono pronto a prescindere a muovere querimonie verso la classe arbitrale, soprattutto in una giornata nella quale si vedono episodi così clamorosi. Ma niente, tutto tace…

Fino a un paio d’anni fa me la sarei presa col Signor Massimo, ontologicamente incapace di portare avanti queste battaglie. Devo ora rivolgermi a Thohir, e spero che il silenzio sia parte di una scelta precisa (ancorchè non condivisa) e non solo frutto del caso o dell’inerzia, della serie “facciam talmente schifo… non stiamo nemmeno a lamentarci chè facciamo solo figure…“.

Sentire Sconcerti minimizzare il progetto di Thohir è solo l’ennesima controprova del poco rispetto che si ha per i nostri colori. Sappiamo tutti che “cercare nuovi mercati all’estero” è la sola strada per fare un po’ di soldi e quindi poter comprare giocatori migliori, ma il fatto che altri abbiano iniziato a farlo da tempo (all’estero! chè in Italia siamo as usual in netto ritardo) non è un buon motivo per denigrare il progetto.

Piuttosto, quel che interessa a me -e a chi volesse fare una seria analisi di detto progetto- è l’apparente fallimento dell’operazione bond (non James), che quindi costringerà Thohir e Moratti sborsare i danari per ripianare le perdite dell’esercizio in corso.

Quel che nessuno spiega, complice l’endemica ignoranza in materia, è in che misura i proprietari delle squadre con passivi da ripianare possano intervenire di tasca propria. Il Fair Play Finanziario è nato proprio per evitare simili manovre, ma l’intervento in prima persona dei due azionisti è dato per scontato.

C’è qualcuno che ci può aiutare a capire?

WEST HAM

…E dopo due mesi torniamo a vincere: 1-0 in casa col Sunderland, con gol di Sakho a tre minuti dalla fine.

Te voglio bene assaje

Te voglio bene assaje

NEMA PROBLEMA

INTER-GENOA 3-1

Possiamo dire la miglior prestazione della stagione?

Temo di sì, vista anche le concorrenza non agguerritissima. Il Mancio inizia a disegnare la squadra come piace a lui, addirittura piazzando Guarin accanto a Medel nei due di centrocampo, e snocciolando tre trisillabi alle spalle di Icardi (Po-dol-ski, Her-na-nes e Pa-la-cio).

Dietro, la strana coppia Vidic-Andreolli (capitano di giornata), fa una buona partita, in culo a tutti i fan del club “Vidic-è-un-pacco”.

Per una volta partiamo forte noi, e Maurito ha subito una golosissima occasione che spreca chiamando Perin alla parata a terra, dopo altro passaggio illuminante di Guarin dopo quello di Torino (l’aggettivo, for once, non è per nulla sarcastico).

Al Guaro, anche oggi tra i migliori, non la perdono in ogni caso: sta facendo, in ruoli diversi, quel che il Chino Recoba ha fatto per anni. Quando -quasi- tutti si erano convinti della sua inutilità, piazzava il gol del 3-0, inutile quanto spettacolare, e dava un altro minuto di gas al pentolone di una brodaglia troppo saporita e altamente indigesta.

Vi annoierò alla prima occasione sulla mia personale visione del Calciomercato, colombiano compreso, ma per me il concetto è quello.

Tornando alla partita, i nostri insistono col pressing alto, facendo solo una mezza cagata dietro, dove per fortuna Antonelli non approfitta del solo errore della nostra difesa nel primo tempo.

Il gol è lì in zona, e lo segna poco dopo il Trenza dopo una splendida giocata di Medel. Genny-Savastano-Inti-Illimano pesca con un cucchiaio Icardi sul dischetto in area, roba che se la fa Pirlo la stampa eiacula tre giorni. La girata dell’argentino è difficile e inevitabilmente centrale, ma Perin non riesce ad allontanare la boccia, che galleggia dalle sue parti prima che sia il piattone destro di Palacio a dire “basta così, è gol“.

Raggiunto il vantaggio i nostri non si fermano, ma continuano nel pressing (solo un poco meno intenso) ed arrivano al raddoppio con Icardi su corner (quindi non vale, penserebbe Galliani). In realtà, ascolto incredulo Gasperini lamentarsi per una “netta trattenuta” del nostro su Burdisso con conseguente gol da annullare, e sogghigno tra me pensando a quanto il rancore possa obnubilare la vista: caro Gasperini, ormai due volte all’anno tiri fuori il fazzoletto rimembrando di quanto tu ti sia pentito di aver accettato la scellerata offerta dell’Inter.

Sta’ tranquillo: la cosa è assolutamente reciproca!

La ripresa, dopo 10 minuti di nulla, vede il Genoa iniziare a farsi pericoloso, casualmente in concomitanza con l’uscita della loro unica punta, Matri.

Prima Lestienne colpisce una splendida traversa di sinistro, e poco dopo Handanovic è per una volta perfettibile allorquando imita il collega Perin non respingendo bene un tiro di Costa (invero molliccio) e regalando a Izzo l’immancabile Primo Gol in Serie A contro l’Inter.

Mancano meno di dieci minuti, ma trattandosi di Inter sappiamo che c’è da preoccuparsi eccome. Per fortuna ci pensa Vidic, che sale su corner, difende palla sullo sviluppo dell’azione e ne conquista un secondo, andando a risistemarsi a centro area. La palla buona arriva, e la deviazione di testa mette la partita in salvo. 3 a 1e tutti a casa felici e contenti.

LE ALTRE

Tornando a discorsi già accennati nelle ultime settimane, il lato positivo (se ce n’è uno) di avere davanti a te una decina di squadre è che, se vinci -hai detto niente- senz’altro recuperi punti su qualcuno. Nell’ultimo giro ne recuperiamo quindi tre su Genoa, Palermo e Napoli e due su Sassuolo, Udinese, Lazio e Milan.

Andando solo un attimo nei dettagli, ho visto a spizzichi e bocconi sia il Derby di Roma che Napoli-Juve, ed ho trovato involontariamente comico il commento di Vialli nel dopopartita. So che il 2-1 di Caceres è stato analizzato e censurato più o meno unanimemente nell’immediato dopo-gara, ma le mie caste orecchie hanno dovuto sentire la seguente frase provenire dall’ex bianconero:

“E comunque, gol in fuorigioco a parte, la Juve questa sera non ha rubato nulla”

Questa fa già abbastanza ridere così.

E’ COMPLOTTO

Tanti sassolini da togliersi, con tanto di conclusione confuciana.

1) Tapiro al Mancio in settimana. La stessa settimana in cui la squadra di Sua Emittenza perde in casa col Sassuolo, in cui Cerci, arrivato come ennesimo prossimo Pallone d’Oro, col suo Toro fa 95 min in panchina a vedere i nuovi compagni presi a pallate.

In compenso Muntari la prende bene dopo il cambio.

E poi hanno pareggiato su calcio d’angolo…

Del resto stiamo sempre parlando di Staffelli, quello che diede la maglia rossonera al Balotelli nerazzurro dicendogli “venga al Milan”. Quando un verbo vuol dire tutto…

2) In settimana Montella non manca di fare i complimenti ai nostri acquisti, chiedendosi però retoricamente quali siano le regole del Fair Play Finanziario. Evidentemente troppo difficile per lui capire che i due arrivi sono -al momento- prestiti pressocchè gratuiti (600.000 € per Podolski, zero per Shaqiri ma obbligo di riscatto a Luglio).

MI rifaccio al discorso di all-in pokeristico, per riprendere la azzeccata simililtudine fatta da Marco Belinazzo sul suo blog: l’Inter rischia il tutto per tutto, e se non sarà nella prossima Champions League saranno cazzi amari. Fin lì però non aggrava la sua situazione debitoria, ingaggi a parte.

3) Alle serve non par vero potersi masturbare con un “caso” Inter e difatti Osvaldo, in tribuna per scelta tecnico-punitiva, viene inquadrato due volte in tutto il match: la prima mentre sbadiglia, la seconda quando sorride imbarazzato dopo il gol del “nemico” Icardi: quando si dice il caso…

4) Ancor più succulento il dopo partita, che vede un Pistocchi (ma è ancora in giro!? L’avevo lasciato perculato magistralmente a cadenza settimanale da Raimondo Vianello ai tempi di Pressing) addirittura incredulo e scandalizzato del fatto che Vidic non giochi titolare. Ovvio: tutti a gridare al “pacco” preso dall’Inter, poi questo entra, fa una bella partita, segna un gol e all’Inter son tutti cretini perchè ci hanno il fenomeno e non lo fanno giuocare.

5) Contemporaneamente, Mauro-calabrese-cantilenante su Sky non si tiene e vuole a tutti i costi insultare Eto’o: legittima la sua preferenza per Okaka per l’attacco della Samp, stantìo, fazioso e parziale come solo lui sa essere quando dice “questo baciava la maglia dell’Inter e poi è andato in Russia a guadagnare un sacco di soldi“.

Ovviamente primo e unico caso nella storia del calcio, chè nessuno ha mai baciato la maglia per poi cambiarla poco dopo, nessuno si presenta dicendo di essere tifoso della nuova squadra fin da bambino, e tutti i grandi sono andati via dal nostro campionato solo per motivi familiari (vero Kakà?) e mai per guadagnare di più.

6) Tornando ai canali che non guardo, apprendo di un altro mediaservo (Nando Sanvito) parlare della partita e sunteggiare che “nonostante la vittoria, c’erano alcuni musi lunghi a San Siro”.

7) Per finire, non posso che rimandare alle più che condivisibili dichiarazioni di Sabine Bertagna che, su una testata che si professa orgogliosamente faziosa, parziale e tifosa, riesce ad essere molto più obiettiva di gentaglia che dovrebbe fare dell’imparzialità il proprio mestiere.

Di seguito la conclusione confuciana di cui sopra: basta azzeccare un paio di partite e il circo ricomincia.

paura eh

 

WEST HAM

L’alta quota evidentemente non ci fa bene, visto che la concentrazione pare essere rimasta a casa: la trasferta gallese con lo Swansea ci fa perdere altri due punti, ed una più che possibile vittoria ci sfugge tra le mani…

Poco male, ma i sogni di gloria diventano sempre più sfumati.

Fortune’s always hiding…

Palacio unido jamàs sera vencido

Palacio unido jamàs sera vencido