TROPPO BRUTTI PER ESSERE VERI (SI DICE COSI’?)

INTER-FIORENTINA 1-4

Come ultimamente accade quando incrociamo la Fiore, becchiamo una gragnuola di goals e ritorniamo a casa con le pive nel sacco.

La gara ricorda, nel punteggio come nell’andamento, il nefasto 1-4 casalingo contro il Cagliari di Zeman, nell’unica scintillante prestazione stagionale del Boemo (contro di noi, e con chi sennò?).

Parto alla lontana. A seconda delle inclinazioni politiche o delle semplici simpatie, si è soliti dire che l’Italia è stata liberata dal nazifascismo per l’opera degli Alleati o dei partigiani (“…la seconda che hai detto!“).

La nostra prestazione è per fortuna assai meno importante dell’avventato paragone, ma allo stesso modo può essere addebitata agli scempi commessi dalla nostra difesa (portiere su tutti) o alla cervellotica formazione messa giù dal Mancio.

Handanovic, tra i tanti torti della serata, ha quello di farmi essere d’accordo con Massimo Mauro, secondo cui Samir è tra i 10 portieri più forti al mondo, ma ogni tanto fa di queste cappelle. Dopo 4 minuti lo stop a inseguire è degno del mio piede destro (e io sono talmente mancino da autodefinirmi  “ambisinistro“): il frittatone su Kalinic è inevitabile.

Un tifoso bonario potrebbe fors’anche arrivare a sospendergli la pena, visto che a momenti para anche questo di rigore. Ma “quando cinque minuti dopo (cit Paolorossiana) il nostro fa una non-parata sul tiro di Ilicic, limitandosi a guardare la palla strumpallazza che entra in porta su tap-in del satanasso Kalinic, ecco, a quel punto nessuno gli risparmia la sacrosanta razione di sacramenti. Che difatti arrivano anche dal divano di casa, complice l’assenza del rampollo che mi permette il turpiloquio dei bei tempi che furono.

Al nostro numero 1 mancava solo il grande classico del repertorio, che di solito le grandi star concedono nei bis di fine serata ma che per l’occasione viene anticipato fin verso il 30′ del primo tempo. Guinzaglio ben ancorato al palo di porta e divieto assoluto di uscire: ecco i presupposti ideali per la minchiata di Miranda, che non trova di meglio che affossare l’avversario lanciatissimo a rete, lasciando la partita seduta stante dopo inevitabile rosso diretto.

Da qui in poi, paradossalmente, la squadra dà il meglio di sè, brava com’è a non sbragare totalmente, e mettendosi a fare la formichina che cerca di rimediare una situazione disperata.

La Viola ha sostanzialmente pietà di noi, anche se mi piace vederla come lo Scarpini di turno e pensare che sia stato il nostro pressing ragionato a non farli tirare in porta per quasi tutta la ripresa. Morale, noi pianpianpianpianino riusciamo anche a fare un gol (bravo Icardi su bel cross di Telles), ma i toscani ci fanno capire che non è tempo di miracoli timbrando il quarto sigillo poco dopo e mandandoci definitvamente a casa.

Fatto il riassunto della sintesi del bigino, resta da scotennare il Mancio e capire cosa ci sia sotto la messa in piega brizzolata.

Difesa a tre con Santon centrale???

Perisic esterno a tutta fascia???

Se insistere sulla bontà della sua scelta nel dopo gara è una precisa strategia comunicativa, lo appoggio in pieno (mai dire a quelli là che si è sbagliato), ma detto tra noi, la cagata l’ha fatta. Se c’era un aspetto su cui tutti concordavamo era la solidità difensiva della nostra linea a 4, opportunamente coperta da Melo-Guarin-Kondogbia a centrocampo.

Cosa ca…cchio vuol dire cambiar modulo e far giocare la gente fuori posizione?

Ripeto a chi ha l’insana pazienza di seguirmi che non ho un modulo preferito in assoluto; solo non sopporto di vedere lo schema che ha la meglio sui giocatori.

Prima vengono gli uomini sul campo, poi i disegnini alla lavagna e le pippe mentali.

In fase di commento, non posso che ripetere quanto già detto settimana scorsa: il valore di questa squadra lo vedremo alle prime sfighe. Speravo arrivassero un po’ più avanti, mentre son già qui a bussare, e anche con una certa insistenza.

Le prossime due si chiamano Samp a Genova e Juve in casa. Le risposte non tarderanno ad arrivare.

Tremate!

LE ALTRE

Caso più unico che raro, perdono “entrambe e tre” le squadre strisciate. Se la caduta bianconera comincia a non fare più notizia (perfino prevedibile il successo del Napoli), ho salutato con piacere la sconfitta del Milan a Marassi contro il Genoa, annotando l’esplusione del “nuovo-Nesta-ma-coi-piedi-di-Zidane” che è ovviamente eccessiva, e che servirà per far crescere un ragazzo che in fondo ha solo vent’anni e tutto il diritto di sbagliare (Copyright Riccardo Gentile SkyCalcio).

Pur nella dolorosa sconfitta, rimaniamo in testa al gruppone, nonostante i successi delle romane e del succitato Napoli. Splendido e arcigno il Toro, che finisce in 9 ma riesce a battere il Palermo, salendo a due soli punti dalla vetta.

E’ COMPLOTTO

Gufi e lecchini l’avevano presa da lontano, passeggiandoci sui testicoli con la manfrina delle troppe partite vinte 1-0 e sulla ormai endemica mancanza di giUoco da parte dei nostri. Niente di nuovo e niente di male, se anche scomodi precedenti si esponevano per complimentarsi col Mancio e addirittura il Vate(r) di Fusignano era meno saccente del solito nel giudicare le prime uscite dei nostri.

Epperò c’è la scala Viscidi.

nomen omen...

nomen omen…

Ne ho sentito parlare la prima volta un anno fa sulle sempre interessanti pagine di Undici, ma è curiosamente rimasta fino a oggi nel cassetto della stampa mainstream (inglesismo per non usare l’endiadi “serva e prona“).

La statistica ha un certo peso in questo sport, la si può ritenere utile oppure una masturbazione mentale da pseudo analisti del calcio. E’ però singolare che il principale quotidiano sportivo abbia cacciato fuori questo coniglio dal cilindro proprio questa settimana, con un’Inter ancora a punteggio pieno ed una Juve in zona retrocessione.

Ma non ci fermiamo qui.

L’ultima volta che ho visto Quelli che il Calcio credo che fosse ancora condotto da Fazio. Mi è stato però segnalato un simpaticissssssimo parere personale di tal Attilio Romita, ex volto del TG1 che pare essersi espressamente augurato una sconfitta dei nostri.

Non so se il soggetto sia di palesata fede non-interista, ma potrà senz’altro motivare il suo auspicio (peraltro puntualmente avveratosi, gufo maledetto!) nel nome dell’alternanza e per il solo interesse di tener vivo il Campionato.

Strana sorte quella della nostra Serie A, la cui salute sta a cuore della gente solo quando in testa non c’è la Juve… avete mai sentito qualcuno augurarsi un cambio di vertice negli ultimi quattro anni?

Nemmeno io, ma si vede che ero distratto…

WEST HAM

Attingo nuovamente alle pagine di Undici per segnalare l’interesse per lo splendido inizio dei Martelli anche ad di fuori dei soliti circuiti underground.

In realtà in weekend ci ha regalato un soffertissimo pareggio interno col Norwich (2-2 raggiunto in pieno recupero), ma scintilliamo nella nostra bellezza working class al terzo posto in virtù delle trasferte corsare delle scorse settimane.

They fly so high…

... Se non lo sai tu...

… Se non lo sai tu…