INTER-PALERMO 3-2
Torniamo dopo un po’ di tempo a sollazzarci coi latinismi, visto che il prevedibile “Pazzo Inter Amalo” me l’ero giocato l’anno scorso dopo Roma-Samp e che titoli tipo “All’inferno e ritorno” mi danno più l’idea di mediocri film d’azione.
Se vogliamo essere più grevi, ci siamo cacati sotto e ne siamo usciti candidi e indenni.
La formazione iniziale, solo a leggerla, evidenzia le due giovani lacune: Coutinho e Santon. Per motivi diversi, quantomeno in questo momento, non sono giocatori da Inter. Il primo lo sarà tra 10 kg di muscoli in più, il secondo si sta sempre più allontanando dall’idea di “giovane-di-ottime-prospettive” per abbracciare quella di “promessa-non-mantenuta”.
Poco da aggiungere sul brasilianino: la classe c’è, ma sembra davvero di vedere giocare un bambino in mezzo ai grandi. Quanto all’italiano butterato, inutile dire che i due gol del Palermo arrivano dalla sua fascia, con Cassani entrato di forza nel “Club Gautieri”, e che anche il palo clamoroso di Pastore a fino primo tempo vede il nostro lasciare sguarnita la sua zona. Vero che sul gol di Miccoli c’è un netto fuorigioco di un palermitano –difficile però capire quanto possa essere considerato “attivo”; vero anche che, tanto per non sbagliare, Davidino cicca l’intervento e spiana la strada al cross per il bomber tascabile.
La partita in una qualche misura ricorda quella dell’andata: l’Inter è in svantaggio, ma gioca bene e tira parecchio, anche se non sempre pericolosamente. Lo 0-1 iniziale non mi preoccupa, mentre il loro raddoppio, che arriva dopo errori in serie di tutta la nostra difesa, mi fa sentire pressante la puzza di bruciato. Quando però vedo Pastore sparare sul legno il possibile 3-0, proprio allo scadere del primo tempo, penso tra me e me: “certo, se facciamo subito il 2-1…”.
In questo pezzo citerò due volte Nick Hornby (autore tra gli altri di Febbre a 90° e Alta Fedeltà): la prima citazione è proprio per ricordare la sua personale classifica di gradimento della partita ideale: ricordo perfettamente il suo debole per i 3-2 in casa, dopo essere stati sotto per 2-0. Ci ho pensato nell’intervallo, ovviamente, anche se l’ho fatto più per atto di fede che per reale convincimento.
Nella ripresa escono i due giovincelli incriminati ed entrano Pazzini e Kharja, freschi freschi di arrivo in nerazzurro. La situazione in effetti non permette altro se non un “avanti tutta e che Dio ce la mandi buona”.
Dopo una decina di minuti il Pazzo si gira in un fazzoletto e spara in diagonale: è 1-2! Contemporaneamente, il Palermo toglie Miccoli, dando ulteriore caratterizzazione al canovaccio della partita: noi avanti tutta, loro dietro tutti, sperando in qualche contropiede.
Cosa che arriva poco dopo, con Thiago Motta a cianghettare in area il sostituto di Miccoli (che non ho ancora capito come si chiama) e causare l’inevitabile rigore.
Ma qui ci pensa Julione: saranno anche segni del destino, o più prosaicamente colpi di culo, ma JC para il rigore e, per l’impatto sulla partita, è come se avessimo già pareggiato.
Siamo alla seconda citazione di Hornby, perché appena prima della punizione di Maicon da cui nascerà il 2-2, mio figlio, con un tempismo degno della canzonetta di Pippo Franco, mi dice “papà mi scappa”. Ed ecco subito il dilemma: stare a vedere la punizia, conscio del fatto che non ne uscirà niente di buono, o assistere alla minzione del rampollo perdendomi il pareggio dell’Inter? (nel film il dilemma/gioco psicologico sta nello sbagliare un rigore nel torneo studentesco “in cambio” del campionato all’Arsenal)
Vada per la seconda!
E mentre deposito Panchito sulla tazza so già che pareggeremo, è matematico.
Il singulto di Scarpini ci raggiunge al cesso come una soave quanto attesa musichetta che fa da colonna sonora al bisognino del piccolo.
Lo sciacquone celebra il raggiunto pareggio, con l’inevitabile chiusa del “…e adesso andiamo a vincerla!”.
Ed in effetti così è, con Pazzini –ancora lui- a procurarsi il rigore (che c’è, non rompiamo i coglioni…) ed Eto’o implacabile a trasformarlo.
Come ogni buon thriller che si rispetti, c’è tempo per l’ultimo colpo di scena, con Balzaretti che da solo calcia al volo di sinistro a botta sicura e vede il suo tiro deviato 2 volte in 2 metri, prima da Maicon e poi da Julio Cesar.
Pericolo scampato e grande vittoria, in attesa di partite più banali e meno movimentate.
E se Nick Hornby avrà un debole per i 3-2, a me un classico e tranquillo 2-0 all’inglese non dispiace per niente!
LE ALTRE
Temo sempre più che sia l’anno dei cugini, visto lo squallore con cui continuano ad inanellare vittorie: il 2-0 esterno a Catania, oltre a far scattare immediato il paragone tra la partita dei siciliani contro di noi (coltello tra i denti e palla a mille all’ora) e quella di sabato (signori s’accomodino, avanti c’è posto) arriva contro una squadra in piena crisi esistenziale –povero Cholo- che addirittura con l’uomo in più si fa infilare per il 2-0 finale. Questi sono segnali, e quando si vincono ‘ste partite vuol dire che ti gira tutto bene.
Si spera nella Lazio, che nell’infrasettimanale avrà il compito di frenare la corsa dei diversamente milanesi: da qui, più che un convinto gufaggio, non possiamo fare; al resto devono provvedere gli aquilotti.
Il Napoli maramaldeggia con una Samp orfana del proprio attacco e dà ancor più lustro alla gara di Coppa Italia vinta dall’Inter ai rigori. Vero che nei 120’ gli azzurri avevano costruito di più e meritato di vincere, fatto sta che in 20 giorni l’Inter li ha battuti due volte: scusate se è poco.
Taccio per umana pietà sulla sconfitta casalinga della Juve con l’Udinese, che ancora una volta si dimostra squadra perfetta, con automatismi oliati come un motorino. Onestamente il risultato non stupisce: tra le due squadre, oggi, non c’è paragone.
E’ COMPLOTTO
Prima della partita di ieri, Juve e Inter erano appaiate in classifica con 35 punti, dovendo oltretutto i nerazzurri recuperare una partita. Chissà quale motivo (aritmetico? logico? mediaservico?) ha spinto un importante quotidiano (comincia con Re e finisce con Pubblica) a titolare, nello stesso giorno di settimana scorsa, sulla sua edizione online: “Inter: non basta Leo” e “Juve: i motivi per crederci”. Del resto il rosicamento di quella redazione sportiva è stato perfettamente esemplificato dal sunto fatto ieri da F. Bocca (“bocca di rosa” per gli amici), la cui sostanza era: coi soldi si aggiusta tutto, e quindi facile vincere comprando Pazzini.
Sucate!
Chiudo solo dicendo che ho atteso invano fino a ben oltre mezzanotte e mezza per avere notizie dell’Inter su Controcampo, sempre pronti i prodi MeRdiasettari a spararla in prima pagina quando non vince, e timidi invece a celebrarla quando non stecca.
Lo so, dovrei essere abituato, ma come diceva uno che ha fatto una brutta fine:
“Siate sempre capaci di indignarvi per ogni ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo” (E. Guevara)
WEST HAM
Accade anche questo: Obinna fa tripletta e passiamo il 4° turno di FA Cup.
Apprendo oltretutto che è arrivato Robbie Keane da Tottenham. Una punta in più per gli Hammers, un pericolo in meno per i cugini milanisti in Champions League…